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«Boskov si accorgeva di tutto, pure a tavola. Era un grande psicologo, capiva i momenti»

Narciso Pezzotti al Secolo XIX: «”Tu – diceva ai ragazzi – devi mettere ordine in tua vita”. Smorzavo quando si infuriava con gli improperi in slavo» 

«Boskov si accorgeva di tutto, pure a tavola. Era un grande psicologo, capiva i momenti»

Il Secolo XIX intervista Narciso Pezzotti. Domani compirà 80 anni. Ha lavorato con Boskov alla Sampdoria, poi con Lippi, Vialli, Mancini, Zidane.

«Un amico mi dice che ci vogliono 5 vite per vivere la mia. Periodi fantastici in squadre diverse, anche se da coprotagonista».

Ricorda i tempi alla Samp.

«Rimasi con Boskov. I primi due anni vivevamo a Nervi, stesso edificio, uno spettacolo. Laureato, colto, pensavano che fosse un bonaccione, ma si accorgeva di tutto, pure a tavola. “Ciso, perché lui mangia pollo?”. Grande psicologo. “Tu – diceva ai ragazzi – devi mettere ordine in tua vita”. Capiva i momenti. “Ciso, oggi noi parliamo con Toninho”. Appena arrivò disse “Noi siamo Sampdoria”: pareva una frase così, fu la svolta. Impose regole, mentalità vincente. Il meglio lo dava nelle crisi. “Noi ora vinciamo” e ripartiva più forte. Calcio uomo contro uomo, ma guardate Gasp o Juric. Bagnoli lo diceva: “La rivoluzione sarà ritorno all’antico”. Con Vuja 3 finali europee in 4 anni, lo scudetto. Irripetibile».

Parla di Vialli e Mancini.

«Mancio? Estro, improvvisazione, fantasia. Vialli talentuoso ma si è costruito col lavoro, uomo eccezionale: non era un killer d’area, lo diventò, mi chiedeva allenamenti extra. Mi piaceva far migliorare i ragazzi, da Vieri a Deschamps, ore col pallone, mi chiamavano maestro di tecnica».

Perché ha fatto il vice?

«C’è chi nasce per fare il prevosto, chi il curato. Preferivo stare nell’ombra. Facile stare vicino a chi fa 3 gol, ma devi aiutare chi è in difficoltà e a me viene naturale. Il vice è un equilibratore. Smorzavo se Boskov si infuriava con gli improperi in slavo. O con Lippi, un bel fumino: l’ho conosciuto alla Samp, allenava la Primavera e mi volle alla Juve che con lui tornò sul tetto del mondo».

Il più talentuoso allenato?

«Zidane, alto 186 cm ma prestigiatore alla Maradona, Ora Mbappè, Haaland, Vinicius ma vedo poco calcio».

 

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