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CorSport: le famiglie e i bambini laziali insorgono contro gli insulti degli ultras ad Acerbi

Ad Auronzo le coscienze civili dei tifosi si sono risvegliate. Cori per il difensore e fischi per gli ultras. «Bastaaa!» urlava la gente laziale 

CorSport: le famiglie e i bambini laziali insorgono contro gli insulti degli ultras ad Acerbi
Bergamo 30/10/2021 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Lazio / foto Image Sport nella foto: Francesco Acerbi

Finalmente il popolo sano della Lazio ha preso posizione contro gli insulti degli ultras contro Acerbi. Il Corriere dello Sport parla di risveglio delle coscienze civili, in ritiro, ad Auronzo.

“Un giorno, ci piace immaginare, l’episodio di Auronzo forse verrà ricordato per il risveglio delle coscienze civili. Quel moto di ribellione di fronte a cui ogni forma di prevaricazione viene disinnescata in un attimo, senza generare violenza. Le famiglie laziali, piene di padri e di figli, di donne e di pensionati, saliti in montagna per seguire la Lazio e godersi le vacanze, hanno risposto e reagito, non sono rimasti in silenzio, girandosi dall’altra parte. Fischi agli ultras, applausi per Acerbi. E’ successo in mattinata, sancendo una sconfitta senza precedenti per la delegazione della Curva Nord, impegnata nel solito campionario di offese al difensore della Lazio e della Nazionale”.

Il difensore della Lazio è stato chiamato a gran voce durante l’allenamento e, dopo, ha passato mezzora a farsi selfie con i tifosi e a firmare autografi.

“Sono stati ancora i bambini, indossando le maglie della Lazio, a guidare la rivolta pacifica. «Uno di noi, Acerbi uno di noi» cantavano. Applausi di approvazione. Hanno preso coraggio gli adulti. Sono partiti fischi all’indirizzo degli ultras. «Bastaaa!» urlava la gente laziale, stanca di una contestazione che dura dallo scorso dicembre e di fronte a cui non sono bastate le scuse (reiterate) del giocatore”.

“A fine allenamento, chiamato a gran voce, si è avvicinato alla rete di recinzione. Non è scappato nello spogliatoio. Trenta minuti buoni, forse quaranta, prima di raggiungere la doccia. Selfie, autografi, fotografie. Ha firmato maglie e sciarpe senza sottrarsi ad alcuna richiesta. Gli ultras si sono avvicinati, hanno canticchiato il solito coro («te ne devi andare, pezzo di emme») e Francesco, imperturbabile, ha continuato”.

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