Sul Corsport: i presidenti hanno ridotto la figura del direttore sportivo a cagnolino al guinzaglio dell’agente di riferimento e si occupano loro di aspetti tecnici

Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport risponde a Giancarlo Marocchi che ieri su Libero aveva espresso dubbi su Pogba e Di Maria, ovviamente non sul valore in sé dei calciatori ma su quel che potranno oggi dare alla Juventus.
Zazzaroni scrive:
Rispondo io: sono due che “risolveranno” problemi e partite, poiché hanno la qualità e l’esperienza che mancano alla maggioranza dei protagonisti del nostro campionato.
Elenca tutti i “vecchi” che sono protagonisti dei nostri campionati. Dei giovani italiani dice:
fino a 17 anni moltiplicano promesse e speranze – parola dei loro tecnici – ma quando arrivano a 19, 20 diventano improvvisamente inaffidabili e accessori, soprattutto per le squadre più importanti, le quali, affondando nei debiti, non possono permettersi il rischio di investimenti a medio/lungo termine.
E infine l’interessante conclusione sui direttori sportivi di oggi
Il grande Eugenio Scalfari, morto ieri, diceva che «ogni Paese ha la classe politica che si merita». Non c’era bisogno di leggere il Report Calcio 2022 della federazione per estendere il pensiero scalfariano alla classe dirigente del pallone. Sono peraltro convinto che, da quando i presidenti hanno ridotto la figura del direttore sportivo a cagnolino al guinzaglio dell’agente di riferimento per occuparsi in prima persona della parte tecnica e del mercato, le cose siano sensibilmente peggiorate. Ho nostalgia, lo ammetto, dei vari Regalia, Governato, Beppe Bonetto, Previdi, Previtali.