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Ah quant’è bello il modello Ajax. A patto che non lo faccia il Napoli

Tre anni fa invidia per la squadra di giovani di ten Hag. Se il Napoli ne imita il modello, apriti cielo. Mentre Insigne va a Toronto, Ospina in Arabia e Mertens è disoccupato

Ah quant’è bello il modello Ajax. A patto che non lo faccia il Napoli
Torino 16/04/2019 - Champions League / Juventus-Ajax / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Matthijs De Ligt

Correva la stagione 2018/19 e l’Ajax di Erik ten Hag (da poco passato alla guida del Manchester United) raggiungeva le semifinali di Champions League (gettando alle ortiche la qualificazione alla finale dopo aver vinto la gara d’andata a Londra contro il Tottenham e dopo aver eliminato, rispettivamente ai quarti e agli ottavi di finale, le ben più quotate Juve e Real Madrid) e a Napoli in tanti, ammaliati da quella squadra sfrontata composta in gran parte da calciatori giovani e semisconosciuti ai più, dissero che quello degli olandesi doveva rappresentare un modello da seguire, se non in toto almeno in parte.

Eppure se andiamo a dare uno sguardo all’organico degli olandesi di quell’anno ci si rende conto che, dopo tre stagioni, soltanto in quattro fanno ancora parte (al momento) della rosa all’Ajax: Tagliafico e Tadic (che erano arrivati ad Amsterdam proprio in quella stagione), Blind (anch’egli era tornato all’Ajax nell’estate 2018 dopo quattro stagioni trascorse al Manchester United) più il giovane Schuurs (anche lui arrivato nel 2018 per far parte della squadra “riserve”, tant’è che nella suddetta stagione collezionò appena quattro presenze in prima squadra, di cui una in campionato e tre in Coppa d’Olanda). Tutti gli altri sono andati via (compresi alcuni calciatori marginali o che facevano parte della squadra riserve, che sono stati in seguito ceduti in prestito in giro per l’Europa e poi sono tornati alla base in attesa di una nuova collocazione).

È alquanto bizzarro che una tifoseria che ancora piange e si dispera per gli addii di Insigne (dopo 10 anni), quello probabile di Mertens (dopo nove), di Ghoulam (otto anni e mezzo) e di Koulibaly (otto anni in azzurro) e che vorrebbe trattenere a vita i suoi beniamini, appena tre anni fa voleva avere come modello da seguire quello di una squadra che in un lasso di tempo così breve ha cambiato i 4/5 del proprio organico e dove al momento il calciatore con la maggiora “anzianità di servizio” è arrivato a quota quattro stagioni consecutive con la maglia dei lancieri.

Altra peculiarità dell’Ajax che mal si sposa con i desiderata e le convinzioni del “popolo azzurro”, al di là di trattenere per poco tempo i propri calciatori e, come visto, rinnovare totalmente l’organico nel giro di pochi anni, è il fatto che il lancieri sono soliti pescare molto sia nel proprio vivaio sia nei cosiddetti mercati “esotici”; ebbene proprio quest’anno che il Napoli sembrerebbe aver sposato in parte questa logica con l’inserimento in organico dei vari prodotti del vivaio Zerbin, Gaetano e Zanoli (e, forse, anche il centravanti della Primavera Ambrosino) e sta acquistando/trattando calciatori provenienti della Georgia (Kvaratskhelia), dalla Corea del Sud (Kim Min-jae) o dalla Norvegia (Østigård e Solbakken), in tanti storcono la bocca e parlano di indebolimento/ridimensionamento, stesse identiche accuse e lamentele tra l’altro più volte ascoltate e lette negli addietro, come quando, ad esempio, il Napoli prese Sarri e Hysaj dall’Empoli, o lo scorso anno quando gli unici rinforzi furono lo svincolato Juan Jesus e lo sconosciuto Anguissa e per tantissimi il Napoli sarebbe arrivato al massimo al settimo posto, senza dimenticare che anche quando fu preso lo stesso Koulibaly in molti ne contestarono l’acquisto, sostenendo che con la cessione di Fernandez e l’arrivo di un calciatore dal modesto campionato belga il Napoli ne usciva indebolito e preferendo al franco-senegalese il compianto Astori o il brasiliano Danilo all’epoca in forza all’Udinese; e lo stesso dicasi per gli arrivi dell’allora sconosciuto Ghoulam dal Saint-Etienne e di Jorginho dal Verona, anch’essi ritenuti in un primo momento “non da Napoli” sol perché provenienti da squadre o campionati di livello inferiore.

Insomma a Napoli in tanti vorrebbero essere come l’Ajax salvo poi lamentarsi se la propria squadra perde i propri calciatori più rappresentativi (dopo 8-10 anni, non dopo 2-4!) o se non acquista calciatori già affermati e noti al grande pubblico!
E’ proprio vero, per molti dalle nostre parti la coerenza è come il coraggio di manzoniana memoria: «se uno non ce l’ha mica se la può dare»!

P.S.: si fa sommessamente notare, ai tanti che ancora non si danno pace per gli addii dei loro “beniamini”, che Ospina è andato a giocare in Arabia Saudita, Insigne a Toronto (nel campionato statunitense) e Mertens è al momento ancora disoccupato. Evidentemente in tutta Italia, Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, etc sono soliti intendere il gioco del calcio in maniera totalmente “diversa” da come lo vede la stragrande maggioranza dei tifosi partenopei…
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