Gimpaolo lo ha definito il giocatore più forte che abbia mai allenator. Mezzala ma anche come trequartista: Zielinski servirà al Napoli.
Quando ci occupammo per la prima volta di Zielinski, ormai quasi due mesi fa, scrivevamo cose di questo tipo: «L’altra qualità che rende(rebbe) importante l’approdo in azzurro del calciatore polacco è la possibilità di utilizzo, in perfetta aderenza con il modulo di Sarri, che poi è quello dell’Empoli rivisto e rivisitato a Napoli in funzione degli esterni offensivi. Zielinski agisce infatti accanto al regista (nell’Empoli, in questa stagione, il bravissimo Paredes), quindi potenzialmente rivestirebbe il ruolo di mezzala (vice-Allan o vice-Hamsik, o magari titolare) di fianco a Jorginho. Prevalentemente a destra, ma con buona versatilità anche dall’altra parte del campo». Per dovere di cronaca, qualora non voleste leggervi il vecchio pezzo, dobbiamo aggiungere la prima qualità (questa è “l’altra”): la capacità di abbinare quantità e qualità, ovvero dinamismo, lettura delle due fasi e pure una buona capacità di inserimento offensivo.
Il Napoli, nel frattempo, è cambiato e sta cambiando. Non sappiamo ancora dove è andato, figurarsi se sappiamo dove andrà a finire. La cessione di Higuain ha riscritto questa squadra, anche se solo ufficiosamente e non ancora con il beneplacito del campo, del modulo che cambia. Cioè, siamo ancora il Napoli del 4-3-3. Ma un Higuain di meno e un sostituto nello scacchiere titolare ancora non meglio identificato, Milik a parte, ci permettono di aggiungere qualcosa al discorso di cui sopra, all’idea di uno Zielinski per forza e solo mezzala. Nell’Empoli di Sarri, in cui non ha in realtà giocato moltissimo: (appena 7 partite da titolare, più 21 da subentrato, per 1039 minuti di gioco), il centrocampista polacco poteva giocare in quella posizione e poteva anche dare il cambio al trequartista. Per il momento, è ancora fantascienza. Anzi, fantatattica. Ma la “nuova” mancanza di un attaccante accentratore assoluto come Higuain e il passaggio (annunciato già dal lavoro tattico in ritiro) a un gioco meno nuevecentrico (dove nueve sta per centravanti, non identifica strettamente e necessariamente Gonzalo), potrebbe portare Sarri a rivalutare anche il passaggio a un modulo diverso. A modificare il “3” finale, che vuol dire Callejon, Insigne (o Mertens) e un altro con un “1-2” che vorrebbe dire un trequartista e due attaccanti. Zielinski potrebbe tranquillamente giostrare in posizione da “1”, magari dandosi il cambio con Hamsik in un vero e proprio tourbillon offensivo. Ne ha tutte le qualità, possiede la giusta fantasia. Se non vi fidate di chi scrive, fidatevi di un’enciclopedia dei numeri con testa, braccia, mouse e tastiera. OptaPaolo vi dice qualcosa?
89 – Tra i giocatori della Serie A 15/16 nati dal 1994 in poi, #Zielinski è 1° per dribbling riusciti (89) e occasioni create (52). Talento.
— OptaPaolo (@OptaPaolo) 3 agosto 2016
Ovviamente, e come è giusto e bello che sia, ci sarebbero e ci saranno discussioni importanti alla sola ipotesi di questa eventualità. Così Callejon e gli altri esterni offensivi, la vera forza attuale di questo Napoli, verrebbero sacrificati perché riciclati in ruoli non propri; perché poi cedere Gabbiadini e provare un attacco a due punte sarebbe una follia e non venderlo lo sarebbe uguale. Insomma, tanti punti. Che però noi risolviamo facilmente, con una considerazione semplice: il Napoli di Sarri, nello scorso campionato, era stato tacciato di non potere (e volere) far ruotare gli uomini e quindi la tattica. “Prevedibilità”, era l’accusa generale. Vero, finché uno vuole crederci. Risposta: un’alternativa tattica no? Anche a partita in corso, non sempre, facendo ruotare la prima soluzione con la seconda?
Detto e appurato questo, messa a punto un’eventuale suggestione tattica, resta comunque l’arrivo di uno dei talenti più apprezzati dell’ultimo campionato. Per una cifra importante, che non è stata ancora comunicata ufficialmente (Transfermarkt, la bibbia europea del calciomercato, riporta un riscatto di 14 milioni di euro), ma che comunque sottolinea quanto il Napoli abbia creduto e creda nel calciatore. Spinto da Sarri, probabilmente, anche se abbiamo visto che il sodalizio tra i due non è così florido come eravamo abituati a pensare. Ma spinto anche da un ragionamento semplice, eppure intuitivo quanto perspicace: andavano e vanno potenziate le alternative, rendendole tali e non solo avendo in panchina subalterni di gran lunga meno dotati dei titolari. Bene, Zielinski è un acquisto che fa proprio questo. Che lo fa bene, magari anche in maniera diversa: perché parliamo di un vice-Hamsik, ma anche di un trequartista in pectore (come detto sopra) e in ogni caso di un’altra mezzala in grado di cucire e far ripartire il gioco con qualità. Al posto di Allan nelle partite contro squadre chiuse, arroccate; in campo per Hamsik a partita in corso, quando il capitano deve abbandonare la nave per sopraggiunti limiti di stanchezza; con tutti e due in campo, per una versione diversa del Napoli pensato e scritto da Sarri. Che rinuncerà a Higuain, ma può pure inventarsi qualcosa di diverso. Anche grazie a Zielinski.
Ps: Marco Giampaolo, recentemente, è stato intervistato da Rivista Undici. Si parla molto di tattica, di calcio giocato. A un certo punto, gli viene posta una domanda secca, talmente secca da non essere postulata nemmeno come una domanda: «Il calciatore più forte che tu abbia mai allenato». Risposta altrettanto secca, in meno di una riga: «Zielinski. Ha tutto, e continuerà a migliorare». Chi scrive, se proprio deve fidarsi di qualcuno, vuole fidarsi di Giampaolo. Che per mestiere fa l’allenatore. Una referenza niente male.