Fra i dirigenti si discute invece del lavoro atletico, di un Bologna che non riesce mai a prevalere agonisticamente sull’avversario. Colpa del lavoro di Mihajlovic e del suo staff?

L’edizione bolognese di Repubblica torna sull’esonero di Sinisa Mihajlovic dalla guida del Bologna cercando di analizzare in qualche modo i motivi e cosa potrebbe accadere ora
«Lo vedo anche io che il mister fa fatica, che non è più quello dei primi tempi, ma ci ha dato tanto e gli vogliamo bene», diceva una settimana fa un giocatore di Sinisa Mihajlovic. È un pensiero comune, per quanto in una squadra ci siano sempre tante anime. Che all’interno del gruppo non manchino gli scontenti è solare e inevitabile.
Lo stesso tecnico serbo, in una lunga lettera di addio, ha fatto intendere chiaramente di non aver capito il perché del suo esonero
«Non sono mai stato un’ipocrita, non lo sarò neanche stavolta: non capisco questo esonero. Lo accetto, come un professionista deve fare, ma ritenevo la situazione assolutamente sotto controllo e migliorabile»
Anche la squadra era con il mister
La squadra era comunque, nella maggioranza, e soprattutto nella maggioranza che pesa, dalla parte del tecnico serbo. Come ha preso l’esonero? Cose sempre succede. Una sconfitta collettiva che viene addossata ad una persona sola. «Ora non abbiamo più alibi» non l’ha detto nessuno solo perché pubblicamente nessuno ha incrociato taccuini e telecamere. Come sempre, si ripartirà.
Il Corriere solleva un dubbio
i senatori, da quest’anno coinvolti da Mihajlovic in riunioni post gara sistematiche, pensano che questo Bologna sia meno competitivo dell’anno scorso. A dispetto del passo avanti che pretende il club, i famosi 52 punti di cui per primo parlò il presidente Saputo. Non certo un obiettivo particolarmente ambizioso per una squadra che l’anno scorso ne ha fatti 46.
I dirigenti del club invece la vedono diversamente
Fra i dirigenti molto si discute del lavoro atletico, di una brillantezza che manca, di una squadra che non riesce mai a prevalere agonisticamente sull’avversario. Colpa del lavoro di Mihajlovic e del suo staff?