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Il coach di Sinner: «Se vinci sei bravo, se Jannik fa doppio fallo Vagnozzi non capisce niente. In Italia è così»

Simone Vagnozzi al CorSera: «Cahill ha portato esperienza. Io ero sereno anche prima ma Darren ha tranquillizzato la stampa».

Il coach di Sinner: «Se vinci sei bravo, se Jannik fa doppio fallo Vagnozzi non capisce niente. In Italia è così»
2022 Londra (Inghilterra) - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Il Corriere della Sera intervista Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner da febbraio. Gli vinee chiesto da dove si riparte, dopo New York.

«Dall’atteggiamento spettacolare con cui Jannik è stato in campo 5 ore 15’ con un mostro come Alcaraz. Mi è piaciuta la sua resilienza in un match ad altissima intensità, la qualità del tennis: si è spinto al limite, risalendo da situazioni difficili, ha annullato 5 set point, ha reagito al match point non convertito. Non sono stupito: sapevo che non molla mai. E l’aspetto fisico: problemi risolti».

Sinner non è così freddo come sembra, dice.

«Le emozioni le vive, ma è molto bravo a non darlo a vedere. È un caldo a cui le sfide non tolgono il sonno, a cui non piace perdere nemmeno a una specie di scala 40 francese a cui giochiamo la sera a carte mentre scegliamo insieme un buon ristorante».

Ha finito di crescere?

«Sì. Forse si allungherà di mezzo centimetro, ma cambia poco. Non è un giocatore finito, c’è molto potenziale».

La collaborazione con Cahill cosa ha portato?

«Esperienza. Il dialogo è continuo. Io ero sereno anche prima ma Darren ha tranquillizzato la stampa: se vinci sei bravo, se Jannik fa doppio fallo Vagnozzi non capisce niente. Ma in Italia siamo fatti così, io vado per la mia strada».

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