Al Foglio Sportivo: «Ai miei tempi c’era più improvvisazione, più gioia e più fantasia. I giocatori erano liberi di fare quello che volevano»

Sul Foglio Sportivo un’intervista a Giancarlo Antognoni. Ripercorre la sua carriera: nato milanista, è stato una bandiera della Fiorentina. E parla anche del calcio di oggi.
«Mi piaceva più quello di ieri. Ogni dieci anni cambia tutto: calciatori, allenatori, moduli e schemi. Si ricomincia sempre daccapo».
Perché era più bello il calcio in cui lei giocava?
«Non c’erano i falli tattici e i movimenti rigidamente prestabiliti. C’erano più improvvisazione, più gioia e più fantasia. C’erano giocatori che erano liberi di fare quello che volevano. Oggi sono tutti imprigionati dentro il modulo imposto loro dall’allenatore sin dall’inizio della preparazione. Gli artisti del pallone hanno bisogno di libertà per dare lo spettacolo che vorremmo sempre vedere. Non è un caso che i numeri dieci non esistano più. Un tempo i giocatori fantasiosi come Platini, Figo, Maradona facevano la differenza. Oggi no. Oggi conta più il collettivo del singolo».
Quale è stato il giocatore più forte della sua epoca?
«Diego Armando Maradona. Solo e sempre Maradona. Da lì non si scappa».