L’allenatore è finito sotto processo su social e radio. La frattura con Luis Alberto non si è mai ricomposta
Il Messaggero non ha dubbi:
Non è un bluff, Sarri pensa davvero di fare un passo indietro, se ci sarà un nuovo capitombolo..
Al di là del terribile risultato, soprattutto è sconfortato perché dopo 14 mesi non riesce proprio a debellare gli antichi black out dalla mente della Lazio. Sarri finisce sotto processo dei tifosi su social e radio, ma è lui stesso ora a salire sul patibolo. Il senso di colpa fa eco. Secondo il tecnico, non è vero che i muscoli biancocelesti non reggono i ritmi e i dettami del suo gioco dispendioso al terzo appuntamento di seguito. I dati fisici sono ottimi, non c’è stanchezza accumulata in questo avvio, anche se i ko di Lazzari e Zaccagni (oggi provino per l’esterno, ignorato dal ct Mancini) insinuano più di un dubbio. Per Sarri il nodo rimane sempre psicologico. E allora l’allenatore accusa sì lo spogliatoio di non stare sempre sul pezzo, ma contemporaneamente si assume le proprie responsabilità per non aver ancora inciso sino in fondo con i colloqui individuali e la sua terapia d’urto. La sinergia nel calcio è tutto, il suo sussulto d’addio è un modo per mettere tutti con le spalle al muro.
Sempre sul Messaggero si scrive che Sarri si riferiva a Luis Alberto quando ha parlato di calciatori che seminano «un germe di superficialità».
La verità è che la frattura fra Sarri e Luis Alberto non si è mai del tutto ricomposta. Perché il tecnico intravede talvolta indolenza negli allenamenti, una sua resistenza all’applicazione tattica, che contaminerebbe tutta la colonia spagnola. Dallo spogliatoio trapela più di una conferma, ma in realtà al tecnico non è andato giù nemmeno di aver dovuto rinunciare a Ilic in mediana, senza la sua uscita.