Fino ad allora era stato considerato un calcio periferico e l’acquisto di un africano sembrava un azzardo, una trovata esotica, mentre oggi è la normalità
A partire dal Mondiale del 1990, il calcio africano, fino a quel momento considerato “periferico” e, al pari di quello asiatico, nordamericano e oceanico, assolutamente non in grado di competere con quello europeo e sudamericano, è stato protagonista di una crescita esponenziale. Tanto che, negli anni a seguire, il numero dei calciatori provenienti dal continente nero che hanno indossato le maglie delle grandi squadre europee è aumentato in maniera considerevole e, se prima l’acquisto di un calciatore africano poteva essere visto dai tifosi come un azzardo, una trovata esotica, una scommessa, oggi nessuno si meraviglia più di tanto se la propria squadra del cuore annovera in organico calciatori nigeriani, ghanesi, egiziani, camerunensi, algerini, senegalesi, ivoriani, etc.
Al netto delle varie imprecazioni di tifosi, dirigenti e allenatori ogni qualvolta, con cadenza biennale, a gennaio i calciatori africani lasciano le rispettive squadre di appartenenza per andare a disputare con la propria selezione nazionale l’ormai “famigerata” Coppa d’Africa, oggi aver in squadra calciatori africani è garanzia di corsa, resistenza fisica, contrasti vinti e, nel caso degli attaccanti, anche tanta qualità e gol.
Il punto di svolta, come riportato in apertura, lo si deve al Mondiale di Italia ‘90: fino ad allora, infatti, le nazionali africane ai Mondiali di calcio, venivano quasi derubricate al rango di “squadre materasso” e spesso gli incontri tra le selezioni europee o sudamericane e quelle del continente nero finivano in goleada. Non a caso il ricordo più emblematico di una Nazionale africana ad un Mondiale antecedente a quello del 1990 lo si deve più ad un episodio tragicomico, ossia quello che vide protagonista, nel 1974, il difensore dello Zaire Mwepu Ilunga, che nel finale della gara con il Brasile, con la Seleção in vantaggio per 3-0, mentre il fantasista verdeoro Rivelino si accingeva a battere un calcio di punizione dal limite, al fischio dell’arbitro si staccò dalla barriera per colpire e allontanare il pallone tra l’incredulità e lo stupore generale.
Soltanto negli anni a seguire si seppe che alla base di quel gesto, da molti intrepretato come una mancata conoscenza del regolamento da parte del calciatore africano, si nascondeva una verità molto più atroce, ossia le minacce di morte ricevute dai calciatori zairesi da parte dei funzionari del dittatore Mobutu, in caso di sconfitta con più di tre reti di scarto contro il Brasile, dopo l’umiliante 9-0 subito nella partita precedente con la Jugoslavia!
Nel 1990, invece, a sorprendere tutti fu la squadra del Camerun che, dopo aver sconfitto nella gara d’esordio i campioni del mondo in carica dell’Argentina, vinse il proprio girone arrivando davanti alla Romania, alla stessa Argentina di Maradona e all’ex URSS e, successivamente, eliminò la Colombia agli ottavi di finale per poi arrestare la propria corsa ai quarti dove fu sconfitta, soltanto ai supplementari, dall’Inghilterra.
Nel 1994 fu la Nigeria a vestire i panni della “sorpresa” arrivando prima nel proprio girone, in virtù della differenza reti, davanti a Bulgaria e Argentina per poi essere eliminata, nei tempi supplementari, agli ottavi di finale dall’Italia di Sacchi e Baggio (futura finalista) in una gara che aveva visto i nigeriani in vantaggio fino a due minuti dal 90.esimo, mentre quattro anni più tardi, nel Mondiale di Francia, la stessa Nigeria, guidata dallo slavo Bora Milutinovic (famoso per aver allenato cinque nazionali diverse in altrettanti Mondiali consecutivi…) vinse ancora una volta il proprio girone, battendo sia la Spagna che la Bulgaria, prima di essere eliminata nuovamente agli ottavi per mano della Danimarca.
Nel 2002 la rivelazione fu il Senegal di Papa Diop che, alla sua prima partecipazione ad un Mondiale, dapprima sconfisse, nella gara d’esordio, i campioni in carica della Francia, per poi approdare agli ottavi di finale in virtù del secondo posto nel proprio girone dietro la Danimarca ma davanti all’Uruguay e alla suddetta Francia; agli ottavi di finale gli africani ebbero la meglio sulla Svezia grazie al “golden gol” realizzato nel primo tempo supplementare, ma per ironia della sorte, fu proprio il golden gol realizzato dalla Turchia nella successiva gara dei quarti di finale a negare alla selezione senegalese la gioia di diventare la prima nazionale africana ad approdare ad una semifinale del Mondiale.
Nelle successive due competizioni iridate è stato invece il turno del Ghana che nel 2006 è arrivato secondo nel girone dietro l’Italia (futura vincitrice del torneo) per poi essere eliminato agli ottavi dal Brasile mentre nel 2010 è giunto fino ai quarti, arrivando ancora secondo nel suo girone (grazie alla differenza reti) alle spalle della Germania ed eliminando agli ottavi gli Stati Uniti ai tempi supplementari prima di essere sconfitto ai rigori dall’Uruguay.
Nel 2014 in Brasile, per la prima volta nella storia, sono state due le compagini africane a superare i gironi, ossia la Nigeria e l’Algeria, ma ambedue si sono fermate agli ottavi di finale venendo estromesse rispettivamente dalla Francia e dai futuri campioni della Germania (ai tempi supplementari), al contrario di quanto accaduto nel Mondiale di Russia del 2018 quando per la prima volta dal 1990, nessuna squadra del continente africano è riuscita a superare il proprio girone.
Come visto il punto più alto raggiunto ai Mondiali dalle compagini africane è stata, in tre occasioni, la qualificazione ai quarti di finale (Camerun 1990, Senegal 2002 e Ghana 2010) e in tutti e tre i casi la possibilità di accedere alle semifinali è sfuggita soltanto all’extra-time (supplementari nel ‘90, golden gol nel 2002, rigori nel 2010), dato quest’ultimo che conferma l’enorme crescita fatta registrare dal calcio africano dal 1990 a seguire.
Probabilmente il giorno di una vittoria di una squadra del “continente nero” è ancora lontano, anche se, si fa presente, che il calcio africano, nel frattempo, ha già conquistato due medaglie d’oro alle Olimpiadi (nel 1996 con la Nigeria e nel 2000 col Camerun), una d’argento (nel 2008 con la Nigeria) e due di bronzo (nel ‘92 col Ghana e nel 2016 con la Nigeria), mentre al Mondiale per Club società africane sono arrivate in finale nel 2010 e nel 2013.
Per tali motivi ipotizzare l’arrivo in semifinale, ed eventualmente sul podio, di una Nazionale africana non è più fantascienza, come lo è stato, invece, fino al 1990!