Alla Gazzetta: «Non è vero che gli allenatori contano poco. Affinché possa incidere la sua visione e quella del club devono coincidere»
Montella è rinato in Turchia. È arrivato all’Adana con la squadra penultima in classifica e ha chiuso al terzo posto. Ora è primo a pari merito col Galatasaray che affronterà al prossimo turno. Alla Gazzetta parla anche di campionato italiano.
«Il Milan è solido e collaudato, ma il Napoli gioca benissimo: Spalletti geniale come sempre. L’Atalanta darà fastidio a tutti».
«Non immaginavo Juve e Inter potessero avere questi problemi ma c’è tempo per recuperare, perché le rose sono ricche. E il Mondiale a metà stagione potrebbe riservare molte sorprese».
Montella, lei sta stupendo tutti. Cosa risponde a chi sostiene che i tecnici incidono poco e contano solo i giocatori?
«Che non sono d’accordo. È ovvio che il valore dei giocatori, in campo e nei comportamenti, ti può permettere di arrivare in alto e magari di vincere, ma il tecnico è importante, altrimenti non si capirebbe cosa stia lì a fare. Organizzazione, gioco, idee, mentalità, atteggiamento, regole, tattica, studio degli avversari, coesione nello spogliatoio… Un allenatore ha tanti compiti, che nel calcio di oggi necessitano di una dedizione piena, totale. Ma affinché possa incidere è fondamentale che la sua visione e quella del club vadano di pari passo. Altrimenti cominciano i problemi»