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Il Napoli sembra sempre sull’orlo del precipizio (ma non è affatto così)

Finalmente si gioca dopo la terza estate surreale consecutiva, con l’ambiente profondamente diviso. Ma il Napoli può far bene.

Il Napoli sembra sempre sull’orlo del precipizio (ma non è affatto così)
Il Napoli che ha cominciato contro il Monaco.

Ci siamo. L’estate non sta finendo ma quasi. Manca un mese ma domani si gioca. Finalmente torna la serie A. Dopo tre mesi di ferie che hanno destabilizzato l’ambiente Napoli più di un campionato intero. Si soffre di più senza giocare. Per il terzo anno consecutivo, la Napoli calcistica ha vissuto un’estate turbolenta, contraddistinta da aperte contestazioni alla società. Avvenne due anni fa, alla vigilia del preliminare di Champions poi perduto contro l’Athletic Bilbao; avvenne lo scorso anno, quando il Napoli di Sarri fu accolto con diffidenza e indifferenza prima di riempire il San Paolo e difendere la città una volta visti i risultati; è avvenuto quest’anno dopo un secondo posto (il sesto in novant’anni di Napoli, il secondo dell’era De Laurentiis) e l’accesso in seconda fascia in Champions League grazie all’ottimo posizionamento nel ranking europeo.

Ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, sembra che il Napoli sia sull’orlo del precipizio. La percezione della forza e della dimensione del Napoli è profondamente alterata. C’è una spaccatura vistosa nella tifoseria e nei media, in parte alimentata dalla partenza di Higuain (per 90 milioni di euro) ma che di fatto è ormai un leit-motiv della vita del Napoli. Posizioni difficilmente conciliabili. Parti che fondamentalmente non riescono a comunicare. Il buon Michelangelo Antonioni, che mai si sarebbe piegato a tanto, ci sarebbe andato a nozze. Il Napolista – lo sapete – ha le sue idee, al punto da essere considerato al soldo di Aurelio De Laurentiis. Al di là dei punti di vista, è ormai difficile sanare questa frattura tra chi considera – fatti alla mano – questo il miglior Napoli di tutti i tempi dopo Maradona e chi considera De Laurentiis un bieco sfruttatore (pappone) dell’amore sconfinato del popolo napoletano che pensa a lucrare e non a vincere. Abbiamo speso fiumi d’inchiostro e altri ne spenderemo. Il Napoli ci ha messo del suo, con la decisione delle curve a 40 euro e con la festa per i novant’anni della società di fatto non organizzata e per alcuni per il mancato arrivo di un centravanti vero (in tanti, però, hanno contestato la maxicifra per Icardi), ma il malumore è perenne.

In questo clima, per noi surreale, domenica il Napoli torna a giocare. Preceduto dalla Juventus che – molto probabilmente senza Higuain ancora sovrappeso – affronterà la Fiorentina nell’anticipo e dalla Roma che giocherà contro l’Udinese. Surreale perché è come se il Napoli fosse all’ultima spiaggia già alla prima giornata di campionato. E invece migliora stagione dopo stagione. Giocherà a Pescara con i fucili virtualmente puntati. Non osiamo immaginare cosa possa scatenarsi in caso di falsa partenza contro una squadra che a calcio sa giocare e che, come tutte le piccole, è desiderosa di fare bella figura al ritorno in serie A.

Il Napoli si presenta a Pescara con un calciomercato a nostro avviso intelligente ma con una pecca. Intelligente perché il Napoli ha pensato al presente e al futuro, ha preso fin qui calciatori giovani dal potenziale importante come Milik, Zielinski e anche Tonelli seppure infortunato, oltre a Giaccherini. Ha praticamente definito l’acquisto di Rog che dovrebbe arrivare dopo il preliminare di ritorno di Champions ed è in trattativa avanzata per Diawara. Tre o quattro giovani dal discreto presente e dal probabile luminoso avvenire. Non ha trovato invece un sostituto di Higuain che fosse all’altezza delle aspettative dopo aver rincorso invano Icardi. La coppia Gabbiadini-Milik è di tutto rispetto ma ha il sapore del ripiego (ovviamente finché non arriva il responso del campo). Anche il ruolo di vice Reina fin qui è stato risolto in casa (sembra con Sepe) così come quello di vice Hjsay. La pecca, però, secondo noi è un’altra. Il Napoli ha cercato di rinforzare la rosa e ci è indubbiamente riuscito. Ma non ha cercato quei calciatori che potessero garantire, a livello di personalità e di esperienza, il salto di qualità. I titolarissimi sono rimasti quelli, e probabilmente è stata una scelta fatta di comune accordo con Sarri. Va comunque ricordato che mancano ancora dodici giorni alla fine del mercato.

Le altre come si sono mosse? La Juventus è unanimemente considerata la regina del mercato per aver comprato Higuain (90) e Pjanic (32), ottenuto Benatia in prestito dal Bayern e aver preso Dani Alves a parametro zero dal Barcellona; di contro, ha venduto Pogba per 72 milioni di euro. La Juventus è certamente la favorita, è molto forte e ha vinto gli ultimi cinque campionati. Per Dybala potrebbe essere la stagione della consacrazione. Quasi tutti sono concordi nel considerare il campionato chiuso in partenza. Poi ci sono Roma e Inter: i giallorossi hanno perso Pjanic ma hanno recuperato Strootman, preso in difesa Fazio e Vermaelen (inizio disastroso per lui contro il Porto) e Bruno Peres. L’Inter ha piazzato un gran colpo con Banega a parametro zero e ha acquistato Candreva; in più ha sostituito in panchina Mancini con De Boer. Ci sono ancora Fiorentina e l’ormai certezza Sassuolo che ieri ha travolto 3-0 la Stella Rossa Belgrado nell’andata del preliminare di Europa League. Restano la Lazio, che non va mai sottovalutata, e il Milan di Montella con un assetto societario ancora misterioso.

I pronostici? La Juventus è senza dubbio favorita ma le partite e i campionati vanno vinti sul campo. Il Napoli ha la possibilità di disputare un’altra grande stagione. Come ha detto Arrigo Sacchi, partiamo da una solidità di gioco e – aggiungiamo noi – se riusciremo a superare i fisiologici momenti di difficoltà, potremo prenderci grandi soddisfazioni: sia in Italia sia in Europa. Sarri è al suo secondo anno di coppe europee, al primo di Champions, avrà sicuramente appreso la lezione dello scorso anno e farà ruotare diversamente i calciatori e probabilmente riuscirà anche a reggere diversamente lo stress d’alta quota. Resta questo, da anni, il nostro punto debole. Anche perché è nei momenti delicati che emergono le fratture di cui abbiamo parlato inizialmente. Sarebbe bello viversi una stagione così con un approccio diverso, gioioso, con l’emozione di essere in seconda fascia di Champions, di essere ormai stabilmente in Europa (opzione che ormai diamo per assodata). Non è così ma il Napoli si appresta a vivere la sua ennesima stagione da protagonista. Questo è un fatto. 

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