Da quando Acciughina pronunciò il terribile anatema menagramo, sui Diavoli è una grandinata di infortuni.
FALLI DA DIETRO – 8° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23
Via Maradona al posto di Via Vittorio Emanuele III.
Succede a Pompei.
Finalmente una strada dedicata a un vero Re.
Il Maradona Stadium intanto accoglie i granata con una sorpresa.
L’eterna ironia schietta di un popolo si inventa la più imprevedibile lezione di vita contro il razzismo.
Un’idea che poi va bene anche contro il malocchio.
Tutto lo stadio intona “Vesuvio erutta. Il Napoli è distrutto”.
L’espediente fa girare la ruota del destino nel senso giusto.
Juric è un croato rognoso dal grugno gitano che sarebbe piaciuto a Garcia Lorca.
Gioca il calcio antico e concreto dell’uno contro uno.
Forse un po’ prevedibile la sua ossessione di partenza.
Che è quella di annullare Charlie Brown Lobo.
La mossa porta inevitabilmente a liberare Zambo al centro e il Barilotto lusitano a sinistra, definitivamente rigenerato da Fra Cipolla in chiave di regista mascherato quando lo slovacco è accerchiato.
La partenza a razzo è una sorpresa che scombussola tutti i piani granata costretti a lasciare troppo campo agli azzurri.
Zambo si esalta a campo spalancato e si conferma attualmente tra i migliori centrali in giro per i campi d’Europa.
Si esalta anche la Stella Georgiana.
Cavalcata di cinquanta metri a testa in giù a godersi il suo giocattolino cui dà di tanto in tanto fraterni buffetti magici.
Poi, arrivato sull’out, lo saluta amorevolmente con una carezza: ciao, ci vediamo dopo.
E il giocattolino va nell’angolino basso, dà un bacino al palo e poi si infila in rete felice. Pura bellezza. Poesia pura.
Potrebbe anche essere un’idea per la scombiccherata sinistra italiana. Visto che di idee non ne hanno manco una.
Se proprio non sa da dove ripartire, la sinistra riparta da Khiarastella. Sarà perlomeno una sinistra divertente.
La partita può finire qui.
Martedì si parte per Amsterdam. E bisogna risparmiarsi.
Le grandi squadre fanno così no? Segnano, raddoppiano, fanno il tris. Poi gestiscono. E lasciano giocare.
Tra l’altro il Toro lo merita.
E’ una squadra ammodo.
Indubbiamente la più cortese del campionato.
Saluto di inizio conversazione schierando Buongiorno.
Saluto di commiato sostituendo al 74° Linetty con Adopo.
Luci a San Siro per la partita clou.
Luci subito spente da una noia mortale.
Mezz’ora di tatticismi da una parte e dall’altra.
Niente di niente.
Otto a difendere da una parte. Otto a difendere dall’altra. Neanche l’ombra di un pressing.
Poi Barella imbuca Dimarco.
Rui Patricio papereggia e i Suninter vanno in vantaggio.
Handa allora s’incazza.
Dalla porta opposta rivendica, offeso e imbronciato, il suo primato di Pippa imbattibile. E dieci minuti dopo la Joya lo accontenta.
Pari ristabilito. Ristabilita la noia.
Poi a una quindicina di minuti dalla fine, Pellegrini pennella su Smalling per la prima vittoria di Mou da ex.
Date un panettone a Limone. Vi prego.
“Provate a togliere al Milan 5 titolari, vediamo che risultato ottengono”.
Da quando Acciughina pronunciò il terribile anatema menagramo, sui Diavoli è una grandinata di infortuni.
Oltre a Maignan, Theo e Messias, John Malkovic Pioli ne perde altri tre nel corso del primo tempo al Castellani.
Ma sono tutt’altro che sotto tono, i Diavoli.
E solo un Guglielmo Vicario, ancora una volta straordinario, nega loro più di una volta il vantaggio.
Vantaggio che poi arriverà grazie a una “furbata” di Tonali che batte una rimessa laterale più avanti di 10 metri, verso Leao, tutto solo, che serve il subentrato Rebic a centro area.
I nipoti di Farinata degli Uberti pensano al fuorigioco.
Ma non c’è fuorigioco su rimessa laterale, non lo sapevate bellezze?
Poi la gara si tinge dei colori inebrianti della follia.
Pari in pieno recupero su perfetta punizione di Bajrami.
E poi è ancora follia.
Gli empolesi non credono ai loro occhi per il pari inatteso.
Si gasano, festeggiano così tanto che in meno di due minuti ne prendono altri due.
Segna Fodé (senza “N” altrimenti sarebbe Foden) Ballo Touré, il sostituto di Theo, quando tutto sembrava compromesso.
E regala un gol che pesa non tre ma sei punti.
Segnerà allo scadere meritatamente anche Leao il magnifico dopo averli portati a spasso tutti.
Ora si va a Stamford Bridge e si dovrà fare la conta delle assenze.
Acciughina jettatore, te pòssino. Quando gli occhi sono peggio delle schioppettate.
La settimana è donna.
Salta immediata alla mente la citazione caustica e geniale di Achille Campanile.
“Le donne ci piacciono perché sono meravigliose, o ci sembrano meravigliose perché ci piacciono?”
La dottoressa Maria Sole Ferrieri Caputi è la prima donna ad arbitrare in Serie A.
L’inesausto maschilista mondo del calcio aspettava il lancio della monetina.
E aspettava trepidante la reazione dei due capitani.
Se avessero avvertito la istintiva necessità di spostare all’indietro le capocce per godere di visuale migliore, nel momento in cui lei si sarebbe chinata a raccogliere il tondo metallo. L’atto del suo chinarsi a raccoglierla.
Li ha fregati tutti. Ha deciso testa o croce, guardando la moneta ritta.
Poi, andati via i due, ha terminato l’operazione.
In settimana c’è un altro debutto donna nel più ampio e più inquietante settore della politica italiana.
Ma di quello non mi va di parlare.
Voglio invece parlare dei fantastici capelli, raggianti per l’assenza di gravità, di Samantha Cristoforetti.
Prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale, che vola altissima sulla miseria sessista e idiota di chi l’ha attaccata perché “una donna non si presenta così”.
Voglio parlare di una rosa rossa e l’altra rosa.
Quelle donate dalla sensibilità di Fra Cipolla a Mahsa Amini e Hadith Najafi, uccise a Saqqez in Iran perché non portavano il velo e avevano i capelli scoperti.