Sin dai primi allenamenti ha divertito i tifosi incitando la squadra. Non ha pianto quando sono andati via i big, ha convinto tutti i nuovi a firmare
Oggi sono 100 giorni che Rino Gattuso è sulla panchina del Valencia. As gli dedica un articolo. Arrivato in piena estate, il 5 luglio scorso,
“ha impiegato 2 minuti per diventare protagonista, grazie al suo carattere, al suo modo di vedere la vita e il calcio”.
Gli allenamenti sono stati subito serratissimi.
“Il “gioca, gioca, gioca” si ripete mille volte nei primi allenamenti mentre i tifosi, incollati dall’altra parte della recinzione a quasi 40 gradi si divertono con lo spettacolo di Gattuso. In quel momento si sta cucinando a partire dall’erba il nuovo Valencia”.
Sono passati tre mesi da allora e Gattuso
“è riuscito a fare in modo che tutti credano nelle sue idee, dentro e fuori gli spogliatoi. I tifosi si sono affezionati a un ragazzo viscerale, capace di essere contagioso, di prendere a calci un frigorifero per un’espulsione o di chiedere mille volte ai suoi giocatori di salutare i tifosi dopo una partita o un allenamento”.
Ha dovuto sopportare le prime settimane con il mercato ancora aperto, continua As, e dare addio a Guedes e Soler, due pilastri della squadra.
“L’italiano non ha pianto, anzi, ha rinforzato chi è rimasto, indistintamente”.
Sul mercato ha fatto un capolavoro.
“Quasi tutti gli acquisti hanno rispettato lo script richiesto: “Voglio giocatori che vengono da un fallimento, con un profilo perdente”, disse nei suoi primi giorni. Gattuso ha dovuto lavorare sodo anche negli uffici, con il telefono in mano, chiamando i giocatori per convincerli, senza mollare. Quasi tutti gli acquisti, all’arrivo a Manises, hanno ammesso di avere avuto contatti con l’allenatore. Le sue chiamate sono state fondamentali. In quelle conversazioni Gattuso ha colto l’occasione per posare la prima pietra di ciò che avrebbe poi preteso in campo”.