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Il Napoli fa bene a celebrare Higuaìn, a quel paese la damnatio memoriae

Il club ha fatto bene a celebrare sui social l’addio di uno dei più forti calciatori della storia azzurra. Non ha nulla da farsi perdonare

Il Napoli fa bene a celebrare Higuaìn, a quel paese la damnatio memoriae
Gonzalo Higuain Napoli, Napoli 07-02-2016 Stadio San Paolo Football Calcio Serie A 2015/2016 Napoli - Carpi Foto Cesare Purini / Insidefoto

Nel diritto romano, la damnatio memoriae era una pena consistente nella cancellazione di qualsiasi traccia riguardante una determinata persona, come se essa non fosse mai esistita; si trattava di una pena particolarmente aspra, riservata soprattutto ai traditori e agli hostes, ovvero i nemici del Senato romano.

È la definizione di damnatio memoriae che si trova su Wikipedia. Gli studenti di Giurisprudenza – almeno alla Federico II – ci hanno a che fare al primo anno, quando studiano Istituzioni di Diritto Romano da un indimenticabile testo di Antonio Guarino.

Ebbene, è proprio alla damnatio memoriae che aveva fatto ricorso il Napoli per quanto concerne Gonzalo Higuaìn. Dal momento del suo discusso e tribolato addio direzione Juventus, sulle pagine social della società azzurra era scomparso qualsivoglia riferimento all’argentino. Probabilmente anche e soprattutto per evitare ulteriori polemiche. A Napoli c’è una consistente fetta di tifosi rimasti fermi al traditore. Il calcio è un gioco, non un conflitto. È bene ricordarlo.

Oggi, all’ufficialità dell’addio di Higuaìn al calcio, il doveroso omaggio con un video con alcune delle migliori giocate in azzurro. E che giocate, signori. Del resto il Pipa è un attaccante che non ha bisogno di presentazioni, tra i migliori passati in Italia negli ultimi vent’anni: destro, sinistro, intuito, visione. E un controllo orientato del pallone da fuoriclasse assoluto. Il testo è serafico: «grazie per le emozioni vissute assieme e buena suerte, Pipita!».

 

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Che poi, in verità, quell’addio è stato un successo sotto tutti i punti di vista. Ad Higuaìn, con qualche anno di distanza, può essere abbonata l’innegabile ineleganza. Perché al di là di quella (e della comprensibile delusione di qualche tifoso), il Napoli, che vendette un centravanti quasi trentenne a 100 milioni di euro, fece un affarone. Il Napolista lo scrisse subito. Il Pipita andrebbe addirittura ringraziato. Che poi ci andò bene pure lui, in fondo, che si staccò di dosso l’etichetta dell’eterno secondo – lui che viene dall’aristocrazia del River, e che probabilmente le etichette proprio non le poteva sopportare – e vinse un paio di scudetti. Alla fin fine verrebbe da dire che gli unici ad andarci male furono proprio quelli della Juventus, alle prese con la prima delle spese pazze che poi, un po’ di tempo dopo, hanno presentato al club di Agnelli un conto salatissimo.

Sta di fatto che non avrebbe avuto senso continuare in una stupida ripicca e non celebrare l’addio al calcio di uno degli attaccanti più forti e goduriosi della storia del Napoli. Sì, goduriosi. Perché Higuaìn era tecnica pura. Dal punto di vista strettamente tecnico, probabilmente non ha avuto nulla da invidiare a Benzema (che però, alla stessa età, sta ancora vincendo il Pallone d’oro – e fa tutta la differenza del mondo). Le sue lacune erano di altra natura. E va riconosciuto, col senno del poi, che il Real vide giusto quando tra i due preferì Karim.

Resta che nel video pubblicato dal Napoli ci sono dei gol stratosferici. Fino a qualche tempo fa si sarebbe detto che difficilmente – e chissà quando – avremmo rivisto un calciatore così all’ombra del Vesuvio, ed anche se ora Kvaratskhelia sta dribblando pure tutte le certezze, è giusto rendere omaggio a un attaccante che da queste parti ha onorato il gioco del calcio, scrivendo pagine di storia – a cominciare dai 36 gol – assolutamente indelebili. Insomma, Grazie Pipita. Da chi in fondo non aveva nulla di cui doverti perdonare.

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