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Nick Hornby: «Con la pandemia ho scoperto che il calcio è inutile. La Superlega? In Inghilterra c’è già»

A Sette: «Presto avremo due squadre inglesi in finale di Champions: ci arrivano sempre le più ricche. Alla regina invidiavo i biglietti per gli eventi sportivi»

Nick Hornby: «Con la pandemia ho scoperto che il calcio è inutile. La Superlega? In Inghilterra c’è già»
Il mitico film tratto dal libro di Nick Hornby "Febbre a 90” bibbia di ogni tifosi di calcio

Sette, settimanale del Corriere della Sera, intervista lo scrittore Nick Hornby, tifosissimo dell’Arsenal. E’ suo il memorabile “Febbre a 90′”. Sono passati trent’anni dalla sua pubblicazione. Un libro che a lui ha cambiato la vita e contemporaneamente ha dato un senso all’ossessione calcistica di tanti. Racconta che il primo a leggerlo fu Ivan Gazidis.

«Ivan Gazidis, lesse il libro prima di diventare manager dell’Arsenal. Poi mi ha invitato un paio di volte in tribuna vip. La prima, contro il Tottenham, stavamo vincendo due a zero e lui mi disse che a fine partita mi presentava i giocatori; nel secondo tempo però gli Spurs fecero tre gol e lui mi disse che forse i giocatori non avevano voglia di parlare. Andò meglio la volta dopo… Prima della pandemia mi ha invitato a San Siro per il Milan, e mi era sembrata una squadra po’ lenta, vecchia. Ma forse perché in tribuna ho visto Marco Van Basten, il suo Milan era incredibile, che squadra…».

In cosa è più cambiato il calcio in 30 anni?

«Troppi soldi, penso all’idea di una Superleague dove una élite di club gioca da sola per minimizzare i rischi e massimizzare i profitti. All’epoca, parlando con i miei figli, si era ipotizzato di lasciare l’Arsenal per una squadra minore. La Superleague non si è fatta ma c’è già, in un solo Paese, in Inghilterra. Presto avremo due squadre inglesi in finale di Champions League, perché in finale arrivano sempre le squadre più ricche. Mi auguro che ciò non accada, sarebbe la morte del gioco»

Lo dice perché l’Arsenal non è in Champions?

«Siamo tornati in vetta dopo la vittoria sul Liverpool di qualche giorno fa! Ma il Manchester City fa paura. Però con Haaland è facile».

Il suo amato Thierry Henry era un grande atleta, Haaland sembra un marziano…

«Sa che qui si può presentare delle petizioni sul sito web del governo? Ce ne è una che sostiene che Haaland è un robot e andrebbe espulso dal campionato. L’ha firmata mezzo milione di persone».

Calcisticamente come ha vissuto la pandemia?

«Ho scoperto che il calcio è inutile. Quando il calcio si è fermato, ho realizzato che non mi mancava, perché ero già teso e preoccupato per la mia famiglia. L’idea di deprimermi per la mia squadra non aveva senso. Non potevo permettermi di farmi sopraffare dalle emozioni. Adesso ho ripreso, ovviamente. Siamo in vetta alla Premier League e sono di nuovo felicemente teso».

Lei è mai stato attratto da un uomo?

«Da adolescenti ci si innamora del calcio, delle rock star, e c’è qualcosa di erotico e omosessuale in alcune di queste esperienze. Ci sono passato anche io. Oggi ci sono tanti ragazzi che fanno anche esperienze con entrambi i sessi, esperienze che le persone della mia generazione non facevano. All’epoca l’ambiguità sessuale di Prince non fu capita, ma lui abitava nel futuro, nel presente dei nostri giovani».

Nell’intervista c’è spazio anche per la regina Elisabetta. A parte la longevità, cosa le invidia?

«I biglietti per gli eventi sportivi. La cosa migliore. Se andava alla finale della FA Cup, aveva i posti migliori. E in più era lei che consegnava la coppa. Quelli sono veri privilegi».

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