La certezza matematica del titolo al termine dell’incontro tra America Mineiro e Internacional (secondo in classifica), terminato con la vittoria dei padroni di casa per 1-0; in virtù di tale risultato il distacco tra la capolista e la sua prima inseguitrice resta di dieci punti
A distanza di quattro anni dall’ultimo successo, la squadra del Palmeiras ha vinto nuovamente il campionato brasiliano, laureandosi campione nazionale e consolidando ulteriormente il suo primato come squadra che ha conquistato il maggior numero di campionati (“Maior Campeão do Brasil”).
Quello appena conseguito rappresenta infatti l’undicesimo titolo nazionale vinto dai paulisti, il settimo dal 1971, ossia da quando è stato istituto il Brasileirão (primato quest’ultimo condiviso con i “cugini” del Corinthians e i carioca del Flamengo), avendo già conquistato, in precedenza, due volte la Taça Brasil e due volte il Torneo Roberto Gomes Pedrosa, tornei preesistenti e svoltisi tra il 1959 e il 1970, che però inizialmente non assegnavano il titolo di “campione nazionale” ma servivano soltanto a determinare le squadre brasiliane che l’anno seguente avrebbero preso parte alla Copa Libertadores; successivamente, nel dicembre del 2010, la Confederação Brasileira de Futebolha deciso di unificare gli albi d’oro dei vari tornei (seppur distinguendoli col loro nome originale nelle statistiche) ed è quindi soltanto da quella data che le squadre vincitrici della Taça Brasil e del Torneo Roberto Gomes Pedrosa vengono considerati, ufficialmente, “campioni di Brasile”, essendo stati equiparati i titoli delle due suddette competizioni a quello della “Serie A”, in vigore dal ’71.
La certezza matematica del titolo (il terzo stagionale per i Verdão, dopo la conquista dalla Recopa Sudamericana a marzo e del Campeonato Paulista ad aprile) è giunta al termine dell’incontro della 35esima giornata tra America Mineiro e Internacional (secondo in classifica), terminato con la vittoria dei padroni di casa per 1-0; in virtù di tale risultato il distacco tra la capolista e la sua prima inseguitrice resta di dieci punti, consentendo così ai paulisti di festeggiare il titolo prima ancora di scendere in campo stanotte nella gara casalinga con il Fortaleza, anche se la vittoria finale era già stata ipotecata da mesi, avendo avuto, nel corso dell’anno, un ruolino di marcia nettamente superiore alle altre contendenti. Basti pensare che il Palmeiras (in testa alla classifica da oltre venticinque turni…), nelle trentaquattro gare fin qui disputate, ha conseguito ventuno vittorie, undici pareggi e soltanto due sconfitte, risultando tuttora imbattuto in trasferta dal momento che ambedue le sconfitte finora subite le ha rimediate in casa: la prima nella gara d’esordio, disputata il 10 aprile, contro il Cearà, la seconda il 3 luglio scorso con l’Athletico Paranaense (la stessa squadra che lo ha successivamente eliminato in semifinale di Copa Libertadores, impedendo così alla squadra di San Paolo di prender parte alla terza finale consecutiva nella massima competizione continentale), ottenendo in seguito una striscia di imbattibilità che dura da ben diciannove gare e lunga circa quattro mesi. Inoltre i paulisti possono contare sul miglior attacco (59 gol fatti) e la migliore difesa (22 reti subite, con ben 18 gare chiuse senza subirne!) del campionato e nei ben sei derby stagionali disputati con le altre “grandi” squadre pauliste (Corinthians, San Paolo e Santos), hanno ottenuto cinque vittorie ed un paraggio.
Protagonista assoluto del successo appena conseguito è stato, senza alcun dubbio, il tecnico portoghese Abel Ferreira, approdato sulla panchina del Verdão il 31 ottobre 2020 e che in questi anni alla guida del Palmeiras ha conquistato due volte la Copa Libertadores (nel 2020* e nel 2021), una Copa do Brasil nel 2020*, una Recopa Sudamericana nel 2022 (e un’altra l’ha persa ai rigori nel 2021), un Campeonato Paulista nel 2022 (e l’anno precedente aveva perso la finale) e, appunto, un campionato nazionale: praticamente per vincere tutto gli mancano soltanto il Mondiale per Club (perso lo scorso febbraio ai supplementari contro il Chelsea) e la Supercoppa del Brasile (persa nel 2021 ai rigori col Flamengo), oltre, naturalmente, la Copa Sudamericana che però non ha mai disputato… Un palmares davvero niente male per un allenatore che il prossimo 22 dicembre compirà quarantaquattro anni e, a questo punto, è lecito domandarsi se l’anno venturo il giovane tecnico lusitano siederà ancora sulla panchina del Palmeiras (sarebbe un vero e proprio primato per gli standardbrasiliani!) oppure se, alla luce dei tanti titoli conquistati, sarà chiamato a misurarsi in Europa, dove tra l’altro ha già guidato per due stagioni i connazionali dello Sporting Braga (duranti le quali ha ottenuto due quarti posti consecutivi e ha fissato i record di punti realizzati, di reti segnate e di vittorie in una singola stagione) e per una i greci del PAOK Salonicco (condotti al secondo posto in campionato e alle semifinali di Coppa di Grecia).
Tra i calciatori, oltre ai “soliti” Raphael Veiga (che ha saltato per infortunio la seconda parte di stagione), Gustavo Scarpa, Zé Rafael, Gabriel Menino, Danilo, agli attaccanti Rony e Dudu, al difensore-goleador, nonché capitano della squadra, il paraguayano Gustavo Gomez (ex Milan), ai suoi compagni di reparto Marcos Rocha, Murilo, Luan e Mayke e al portiere Weverton (che insieme ad Alison ed Ederson fa parte del terzetto dei portieri della Nazionale brasiliana…), da segnalare il gioiellino classe 2006 Endrick Felipe (sedici anni compiuti lo scorso luglio), aggregato in prima squadra a metà settembre, dopo essersi messo in luce nei tornei giovanili, e che ha già realizzato due reti (più un assist…) nei circa cento minuti giocati nelle quattro presenze fin qui totalizzate; è da molti ritenuto il nuovo “craque” del calcio brasiliano, tanto che su di lui hanno già messo gli occhi tutte le più importanti squadre europee, dal Liverpool al Paris Saint Germain, passando per Real Madrid, Barcellona e Manchester City.
Piccola nota di colore: il campionato brasiliano di massima serie è stato vinto dai paulisti del Palmeiras, squadra fondata nel 1914 da immigrati italiani col nome di “Palestra Italia”, mentre il campionato di Serie B è stato vinto dalla squadra di Belo Horizonte del Cruzeiro, anch’esso fondato, sette anni più tardi, da immigrati italiani col nome di “Società Sportiva Palestra Italia” (entrambe cambiarono denominazione sociale nel 1942, a seguito dell’entrata in guerra del Brasile contro le nazioni dell’Asse italo-tedesca e della successiva entrata in vigore del decreto governativo che inibiva l’uso di termini legati alle nazioni nemiche nei nomi dei vari enti, istituzioni, società, etc). Una doppia affermazione per le due “italiane”, che sicuramente sarà stata motivo di grande soddisfazione e orgoglio per la numerosa comunità originaria del Belpaese presente in Brasile…