La giornalista: “Sono una sua sostenitrice da tanti anni. La vedo bene premier. Mio marito nemmeno lo sfotto più, ormai…”

Paola Ferrari 1 ha Marco De Benedetti. La popolare giornalista di Rai Sport ha vinto il suo derby politico in famiglia: lei Meloniana, sposata con un De Benedetti (Marco), famiglia di sinistra, tra le altre cose ex editori di Repubblica oggi di Il Domani. Il nuovo governo, ha detto Ferrari a Un Giorno da Pecora, “mi piace molto, sono una sostenitrice di Giorgia Meloni da tanti anni e la vedo molto bene per come si sta muovendo, la vedo molto bene nel ruolo”.
Paola Ferrari ammette “anche se non si dovrebbe” di averla votata: “Beh certo”. E che in casa l’opposizione familiare s’è ridotta al silenzio elettorale: “Ormai non parlano più, dopo anni di battaglia a casa sono ammutoliti. E io godo come pochi… Mi marito è andato a votare ma io gli avevo detto: lascia stare…”.
L’ha preso un po’ in giro? “Non mi abbasso più, una volta c’era una battaglia dialettica, ormai…”.
In passato la conduttrice ha parlato della misoginia nel mondo del calcio.
Le critiche mi tengono viva, sono fumantina e divento più reattiva quando mi arrabbio.
Si parla tanto di critiche sull’aspetto fisico delle donne, ma io sono stata presa di mira in modo volgare e forte, anche da molti comici della sinistra, paladini delle donne quando fa comodo a loro. Ma sa che c’è? Che sulla professionalità è difficile attaccarmi: faccio i miei errori, ma cerco di essere preparata. E allora ecco: sei vecchia, se vieni bene è merito delle luci.
Ho avuto un tumore maligno, in viso. Destabilizzante, per chi lavora in video. L’ho affrontato e sono stata fortunata perché non sono stata in pericolo di vita. La paura semmai mi è venuta dopo.
L’accavallatura delle gambe? Ma lì non mi sono offesa, mi ha divertito. Semplicemente, non ci siamo accorti dell’inquadratura. Se l’avessi pensata, non mi sarebbe venuta così bene. Il resto delle puntate le ho passate immobile, terrorizzata (ride).
Il mondo del calcio è però davvero molto misogino, continua a valutare le donne per l’aspetto fisico. Combatto da trent’anni per l’emancipazione della donna, ma le mie battaglie non sono state capite. Non ho più le energie, o meglio preferisco spenderle con chi può capire.