28 minuti tutti per il presidente, via Zoom, senza possibilità di un contraddittorio. Ha dichiarato anche di aver ricevuto l’appoggio di Gravina
Malumore nell’Aia: Trentalange convoca una riunione che si trasforma in monologo (CorSport)
Nel mondo arbitrale c’è fermento. L’Aia è alle prese con il caso Rosario D’Onofrio, il procuratore capo arrestato la scorsa settimana per traffico internazionale di droga. Sembrava che nessuno conoscesse i suoi precedenti, ma iniziano a cadere le prime teste: ieri è stato rimosso dall’incarico il presidente della sezione di Cinisello Balsamo, quella a cui appartiene D’Onofrio. E’ risultato che sapesse. Sarà l’unico?
Intanto il Corriere dello Sport, con Edmondo Pinna, racconta di una riunione convocata ieri dal presidente dell’Aia, Trentalange, con tutte le sezioni e comitati regionali. Un totale di 227 persone circa riunite su Zoom dal numero uno dell’Aia che però non ha concesso alcun contraddittorio, monopolizzando la riunione con un suo monologo che non è piaciuto agli arbitri. Molti di loro non hanno gradito l’impossibilità di procedere con un dibattito. Pinna si chiede se ci saranno prese di posizione ufficiali in merito. Scrive:
“Anche perché, sempre ieri, il vertici dell’AIA avevano riunito sezioni e CRA (227 persone circa) per un incontro su Zoom: molti si aspettavano, oltre alle spiegazioni, un dibattito. Ed invece: 26’ di monologo del presidente Trentalange, che ha spiegato anche come Gravina in CF li abbia appoggiati (in via Allegri in serata sono caduti dalle nuvole, le indagini vanno avanti, ancora una decina di giorni), 2’ e spicci per il vice Baglioni e fine delle trasmissioni, senza quel contraddittorio tipico di trasparenza e condivisione. Molti non hanno gradito, ci saranno prese di posizione formali?”.
Nel monologo via web di ieri, Trentalange ha ribadito – lo aveva già dichiarato in Consiglio Federale, martedì – di essere all’oscuro di tutto.
“L’AIA ha ribadito anche in Consiglio Federale martedì di essere all’oscuro di tutto e di sentirsi «tradita», tesi sostenuta anche ieri sera, durante il monologo via web (convocato prima per il 17 dicembre, poi per ieri) per giustificare (anche) il duro colpo politico derivante dalla perdita degli organi di giustizia domestica (Procura e corti giudicanti), che passeranno dal 1 gennaio sotto l’egida della Figc (ma fino al 15 dicembre, la giustizia domestica
arbitrale pare continuerà a lavorare alacremente). Uno scacco che ieri è stato liquidato con un (sintetizziamo): «Meglio così»”.