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Sacchi: «Maradona faceva cose che nessun altro poteva pensare, le sue idee erano lunari»

Alla Gazzetta: «Con un tocco era capace di cambiare la storia di una partita. Uno così chissà quando nascerà ancora… Messi è stato schiacciato dal continuo paragone».

Sacchi: «Maradona faceva cose che nessun altro poteva pensare, le sue idee erano lunari»
Db Pisa 16/02/2015 - finale torneo di Viareggio / Inter-Hellas Verona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Arrigo Sacchi

Arrigo Sacchi assicura in un’intervista alla Gazzetta dello Sport che non si perderà nemmeno una partita del Mondiale in Qatar. Le emozioni con cui si appresta a vivere il Mondiale sono le stesse di quando, a 8 anni, vide per la prima volta la competizione in tv.

«Le stesse di quando, nel 1954, vidi il Mondiale per la prima volta in tv. Avevo 8 anni e scappai di casa per andare al bar ad ammirare la Grande Ungheria di Kocsis, Puskas e Hidegkuti. Il mio spirito, ogni volta che guardo una partita di pallone, è quello di un bimbo che si augura di poter assistere a uno spettacolo. Ed è con questo spirito che non mi perderò neanche una sfida di Qatar 2022».

Le sue favorite sono Brasile, Argentina, Francia e Germania. Il Brasile perché ha una grande solidità in difesa, per cui prende pochissimi gol.

«Thiago Silva e Marquinhos sono due colonne. E davanti alla retroguardia c’è una diga formata da Fred e Casemiro: mica facile passare di lì… Poi, quando il pallone arriva là davanti, Raphinha, Neymar, Vinicius o chi volete voi… hanno le qualità per mandare al tappeto gli avversari».

L’Argentina, invece, lo ha impressionato soprattutto contro l’Italia. Sacchi spiega:

«Hanno grandi campioni e un gioco piacevole. Chi non vorrebbe in squadra gente come Messi, Lautaro e Di Maria? E poi non trascuriamo il fattore ambientale: ci sarà caldo in Qatar e le sudamericane possono essere avvantaggiate».

La Francia ultimamente non ha fatto faville, ma ha pur sempre uomini di grande esperienza, oltre a Mbappé.

«Come una pistola puntata sulla tempia dell’avversario. Quando parte, ci vuole la moto per tenere il suo passo. E una moto di grossa cilindrata…».

Sulla Germania:

«I tedeschi raramente hanno tradito nelle grandi manifestazioni. Hanno un carattere d’acciaio. Il c.t. Flick ha due grandi uomini in mezzo al campo come Gundogan e Kimmich, e là davanti c’è Sané che, quando ne ha voglia, è capace di far saltare i dispositivi di qualsiasi difesa».

Due le possibili sorprese del Mondiale, per Sacchi: Spagna e Portogallo. Parla anche di Cristiano Ronaldo e Leo Messi. Dice che la Pulce è stato schiacciato dal continuo confronto con Maradona.

«Sono stati due campionissimi. Pensi che Cristiano per poco non riuscii a portarlo al Parma nel 2002: offrimmo 11 milioni, il Manchester arrivò a 15. È un ragazzo che ha una grande e sana ambizione, un autentico professionista. Messi ha regalato colpi straordinari, forse è stato un po’ schiacciato dal continuo paragone con Maradona».

Vedremo squadre più “tattiche” o più “strategiche”?

«All’estero non sanno nemmeno che cosa sia la tattica. Al Mondiale tutti danno la vita per vincere e si spendono tantissime energie. Fisiche e mentali».

Che cosa fa la differenza in un Mondiale? Per Sacchi è l’entusiasmo.

«Senza l’entusiasmo non si va da nessuna parte. L’entusiasmo e la passione sono le qualità che ti permettono di superare i momenti difficili, la stanchezza, la delusione. In un Mondiale devi avere il fuoco dentro e gli avversari devono aver paura di scottarsi se si avvicinano troppo».

Il giocatore del passato che avrebbe voluto vedere in Qatar?

«Maradona. Il più grande. Lui faceva cose che agli altri, quelli di ieri e quelli di oggi, non erano consentite. Nemmeno potrebbero pensarle, perché le sue erano idee lunari. Con un tocco era capace di cambiare la storia di un’intera partita. Uno così chissà quando nascerà ancora… Intanto godiamoci quelli che ci sono ora, e prepariamoci a vivere un mese di grandi emozioni».

 

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