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Stramaccioni, il nuovo Adani: la telecronaca urlata di Argentina-Arabia Saudita è già cult

A Repubblica: “Mi sono lasciato andare, sono contento. Ma non credo che il commento tecnico sarà il mio lavoro”

Stramaccioni, il nuovo Adani: la telecronaca urlata di Argentina-Arabia Saudita è già cult

La Rai ha pescato il nuovo Adani: Andrea Stramaccioni. La sua telecronaca di Argentina-Arabia Saudita, al fianco del povero Dario Di Gennaro, è già cult. Antonio Dipollina nella sua rubrica su Repubblica scrive che “è nata una stella. Lo prende un raptus che neanche i telecronisti più invasati a Sky e Dazn. Urla, toni sovreccitati, sovrapponendosi sempre al povero Dario Di Gennaro, telecronista ufficiale, in palese imbarazzo cercando di contenerlo. Indimenticabile, quasi come la partita. Ovviamente Strama è subito diventato beniamino dei social e piovono richieste per metterlo fisso in tutte le partite, e magari anche alla conduzione del Tg1”.

E Repubblica lo intervista proprio per questo suo exploit. Dice che il papà gli ha scritto “Figlio mio, mi hai fatto gasare”. “Mio padre ha 70 anni e non è un grande amante del calcio ma è sincero come me. E quindi le sue parole valgono tanto”.

Ora Stramaccioni lo chiamano lo “Strama d’Arabia”. “Sì, mi sono lasciato andare ma credo di aver assistito a dieci minuti, i primi del secondo tempo, che entreranno nella storia del calcio. Esaltazione pura, meraviglia per chi come me ama nel profondo questo sport. Gli arabi che vanno oltre i loro limiti e che segnano due gol agli argentini. Se non ti emozioni lì…

La Rai ha talenti bravissimi: Adani, Marchisio, Nela, Di Gennaro. Io ho fatto presente la mia impreparazione rispetto a colleghi così esperti ma mi hanno risposto che volevano me – un piacere e un grande onore – proprio per le mie conoscenze: alleno da tre anni in Asia, conosco questi giocatori. E poi cercavano un taglio diverso, un tecnico che raccontasse le partite da una prospettiva differente“.

Sì, lo so, nella concitazione le ‘b’ di Arabia sono diventate spesso due, a volte anche tre. Un romano può correggere e limitare un po’ l’accento, però la cadenza rimane. Io da telespettatore voglio sentire le emozioni che si vivono a bordocampo, quindi da commentatore ho cercato di portarle nelle case degli italiani che seguivano la partita”.

Io il calcio lo vivo così e penso sia lo stesso per giocatori, giornalisti e tifosi che ne sono innamorati. Sono stato me stesso. Da qui a dire che poi possa fare dei commenti tecnici il mio lavoro, sinceramente ce ne passa“.

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