Manuel Belleri al CorSera: «Il calcio scolastico è selettivo e stressante. Se non vieni selezionato da una scuola rischi di smettere a 13-14 anni».
In Giappone i calciatori vengono scovati già al liceo. Lo racconta il Corriere della Sera, che riporta le parole di Manuel Belleri, ex giocatore di Lazio, Empoli, Atalanta e Lecce che da 6 anni è direttore tecnico dell’Academy del Milan a Tokyo. Tredici giocatori su 26 della nazionale nipponica sono cresciuti nei campionati delle high school, cioè le scuole superiori in Giappone.
«Il cartone di Holly & Benji mostrava una realtà fatta di grande competitività che corrisponde al vero. Il sistema del calcio scolastico è selettivo e stressante anche per le famiglie. Per conto dell’Academy faccio tante ripetizioni individuali, per migliorare la tecnica. Sono molto costose, i ragazzi fanno tanti sacrifici. Ma funzionano, perché uno dei miei è arrivato nella seconda serie».
Il Giappone esporta i suoi talenti in Bundesliga e negli altri campionati europei. Belleri continua:
«La cosa bella è che le grandi società pescano i migliori dai campionati scolastici. Quella meno bella è che se non vieni selezionato da una scuola rischi di smettere a 13-14 anni. E contano anche i voti».
Dunque anche il livello culturale deve essere elevato, non solo quello fisico e sportivo. Il Corriere della Sera scrive:
“Sarà per questo che in Russia il Giappone poteva contare fra le sue fila quattro autori di bestseller, perché il livello culturale è spesso elevato. Adesso sono rimasti Yoshida e Nagatomo: resilienza, yoga e dieta sono le loro specialità”.
Qualche giorno fa L’Equipe scriveva che il Giappone che batte la Germania non è una grande sorpresa, visto che i due gol decisivi della partita erano stati segnati da giocatori della Bundesliga: non è più Oriente contro Occidente, giocano quasi tutti in Europa.