Tutto si gioca sull’articolo 31 del codice di giustizia sportiva. La sentenza può incidere già in questa Serie A. Il processo non prima di marzo
Inchiesta Figc sugli stipendi, la Juve rischia uno o più punti di penalizzazione
Ieri la Procura Figc ha aperto un fascicolo sulla presunta rinuncia agli stipendi dei calciatori della Juventus. La notizia è stata lanciata dalle agenzie. L’Ansa scriveva:
La Procura della Federcalcio ha appena aperto un procedimento sulle scritture private tra la Juventus e i suoi calciatori, attraverso le quali, secondo l’ipotesi della Procura della Repubblica di Torino, si sarebbe ottenuto un taglio fittizio degli stipendi e una riduzione dei costi nei bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021 omettendo la posizione debitoria nei confronti dei tesserati. La procura federale, guidata da Giuseppe Chinè, aveva ricevuto nei giorni scorsi dai magistrati torinesi gli atti relativi alle indagini sulle plusvalenze della società bianconera, il cui Cda si è dimesso ieri.
Cosa rischia la Juve sul piano sportivo? La materia è regolata dall’articolo 31 del codice di giustizia sportiva della Figc, che oggi i quotidiani illustrano nel dettaglio. Le ipotesi vanno dall’ammenda alla penalizzazione di uno o più punti in classifica, fino alla retrocessione o all’esclusione dal campionato.
Il Corriere dello Sport esclude che si possa arrivare all’esclusione della Juventus dalla Serie A, ma potrebbero arrivare delle penalizzazioni, che sarebbero pesanti soprattutto in una stagione in cui la Juventus è in ritardo in campionato.
“È difficile (gli addetti ai lavori lo ritengono impossibile) che si arrivi all’esclusione della Juve dalla Serie A, ma anche eventuali penalizzazioni rischiano comunque di diventare pesantissime zavorre per la squadra di Allegri, in una stagione già complicata per il ritardo in classifica rispetto alle posizioni di vertice”.
Anche la Gazzetta dello Sport è incline a considerare solo qualche punto di penalizzazione come punizione per la Juve.
“Tutto si gioca sull’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva. In cui al comma 4 si prevede la «penalizzazione di uno o più punti in classifica» per la società che «mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, si avvale delle prestazioni di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizioni federali vigenti». Una pena comunque «afflittiva». Con «uno o più punti» in meno, il club dovrebbe dunque perdere qualcosa (esempio: la qualificazione in Champions). Se invece non perdesse niente, la penalizzazione sarebbe spostata nella stagione successiva”.
Gli scenari:
“Dunque una via di mezzo fra l’ammenda per le «irregolarità gestionali», e l’ipotesi catastrofica del comma 2, un
trucco di bilancio tale da permettere l’iscrizione ai campionati scorsi, qualcosa che porterebbe addirittura alla retrocessione. Uno scenario paradossale per una società che proprio nel periodo contestato, ha proceduto a una doppia ricapitalizzazione per 700 milioni. Uno scenario lontano, estremo e davvero del tutto improbabile. Quanto ai
tempi, la giustizia sportiva ci ha abituato a una grande discrezionalità. Fra studio delle carte, chiusura indagini, memorie degli incolpati per evitare il deferimento ed eventuale rinvio a giudizio sportivo, il processo non potrebbe arrivare prima di marzo. La strada è ancora lunga”.
La Repubblica:
“Il club rischia in particolare una penalizzazione da uno a tre punti per l’occultamento di accordi con i calciatori”.