Calcio e Finanza propone alcuni stralci del provvedimento con cui la Procura di Torino chiedeva i domiciliari per Agnelli, Nedved e gli altri

Nella richiesta di domiciliari per i tredici indagati della Juve, tra cui Agnelli e Nedved (misure cautelari rigettate dal gip in estate), la Procura di Torino definisce l’operato finanziario del club bianconero al centro dell’indagine sulle plusvalenze e gli stipendi come “un contesto criminale di allarmante gravità”. Lo scrive Calcio e Finanza.
““Un contesto criminale di allarmante gravità, essendosi di fronte a condotte illecite, reiterate e protratte nel tempo, per ben tre esercizi, di indubbio spessore ponderale”. Così la Procura di Torino descrive l’operato finanziario della Juventus, al centro di una maxi indagine che coinvolge i vertici societari. I Pm lo hanno scritto nella richiesta per l’applicazione delle misure interdittive nei confronti dei tredici indagati, richiesta poi negata dal Gip che non ne ha ravvisato i presupposti”.
I pm scrivono:
“I reati analizzati (…) per le modalità effettive di realizzazione, delineano un’elevata pericolosità soggettiva dei rei, rendendo innegabilmente concreto il pericolo che gli stessi, qualora si presenti l’occasione, continuino a delinquere”.
Nelle carte, come già noto, ci sono anche gli
“impegni morali che si sono rivelati essere scritture private sottoscritte tra i vertici societari”
e
“la presenza di una autentica contabilità in nero con riguardo ai rapporti con gli agenti sportivi”.
Tutte queste circostanze, spiegano gli inquirenti, “dovranno essere oggetto di necessario approfondimento”.