L’Equipe: “i suoi dipendenti gli rimangono devoti a vita. Chi non va d’accordo con lui, prima o poi lascia. Non c’è pilota che non abbia cazziato”
![Fréd Vasseur il nuovo boss Ferrari: un vero capo che rimprovera ad alta voce ma sa farsi amare Fréd Vasseur il nuovo boss Ferrari: un vero capo che rimprovera ad alta voce ma sa farsi amare](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2022/12/Vasseur-Q.jpg)
“Se c’è una cosa che in lui non cambierà mai, sono le sue battute, la sua giovialità, questa incredibile forza di coesione che sa creare intorno a chi aderisce al suo progetto. Tanto peggio per chi se ne va o per chi non va d’accordo con lui. Lasceranno o prenderanno la porta”. Ecco chi è, e come è fatto Frédéric Vasseur, il nuovo boss francese della Ferrari. Per L’Equipe “è chiaramente un giocatore di squadra”. Uno che si fa amare incondizionatamente, “i suoi dipendenti gli rimangono devoti anche dopo la sua partenza. Ovunque sia andato ha lasciato questa traccia di empatia che ora trasuda in un paddock con cui è stato a contatto per quasi vent’anni”.
La Ferrari è la Ferrari, “la cima della catena”, per L’Equipe. Frédéric Vasseur ha iniziato la sua ascesa “nell’ombra”, perché non cerca mai di mettersi in mostra se non per far brillare i suoi sponsor”.
E dunque, ancora L’Equipe: “Fu prima l’allevatore di campioni, quello attraverso il quale passavano tutti i piloti. C’è stato un tempo in cui più della metà della griglia aveva imparato le proprie abilità attraverso ART GP, il team che ha fondato mentre era ancora a scuola e che continua a brillare. Hamilton, Rosberg, Vettel, Bianchi, Grosjean, Ocon, Leclerc, Russell o persino Hülkenberg hanno seguito le sue lezioni. Non necessariamente il più divertente, del resto, perché l’uomo è uno che rimprovera ad alta voce”.
Il suo primo pilota, Sébastien Philippe, ora amministratore delegato della sua ASM dice che “non è cambiato da quando lo conosco. Un motore, vittoria. Aveva già questa visione del motorsport che lo ha reso quello che è oggi”.
Ha fatto tutta la trafila: Formula Renault, F2 e F3, Blancpain, DTM. “Fred è un bulimico – riassume Théophile Gouzin, ex ingegnere di ART ora responsabile di Spark, azienda nata per produrre monoposto elettriche – Non può mai fermarsi. Ha sempre bisogno di avere un nuovo progetto”.
Quando, nel 2005, decise di espandersi e trasformare ASM in ART Grand Prix, fece squadra per un periodo con Nicolas Todt, figlio dell’ex presidente della Fia che in Ferrari rappresenta il suo grande “precedente”.
Ha “un carattere freddo a prima vista, ma così caldo nell’intimità, gli ha permesso di stringere legami essenziali nel paddock della F1”. Un giudizio unanime tra i piloti, che “hanno comunque ricevuto tutti, almeno, una severa ripassata dal francese. Uno al cui confronto Helmut Marko, il durissimo responsabile del settore giovani piloti della Red Bull, è una romantica mammoletta. Chiedi a Charles Leclerc di raccontarti la cena di Baku 2018, alla vigilia dei suoi primi punti in F1…”.