Asfalta Dembelé, non lascia respiro a Koundé. Consegna a Messi il rigore del vantaggio, poi trova la magia del raddoppio, tocco perfetto in fondo a una ripartenza letale
È stata la notte di Leo Messi, ma l’arma vincente di Scaloni è stata Di Maria. Lo scrive La Stampa, elogiando la prestazione del giocatore della Juventus nella partita finale del Mondiale in Qatar.
“È la notte di Messi, la copertina è un diritto, intreccia la cronaca di una partita bellissima in cui firma due gol e la leggenda di una carriera finalmente compiuta che l’avvicina sempre più a Maradona, paragone adesso dolcissimo, ma in passato, a volte, ingombrante. Ma l’Argentina che vince ha tanti altri volti e uno dei più brillanti è quello di Angel Di Maria, la carta vincente di Scaloni, l’uomo che asfalta Dembelé e non lascia respiro a Koundé, che approfitta della difesa francese disunita sulle tracce del capitano, squarciata dalla profondità di Alvarez, sbilanciata dalla copertura mediana che si concentra sul lato di Leo e concede libertà, troppa, al Fideo. Non basterebbe, se non fosse ispiratissimo. Buggera Dembelé in slalom e quando il trequartista del Barcellona, inseguendolo in area, l’abbatte consegna a Messi il rigore del vantaggio, poi trova la magia del raddoppio, tocco perfetto in fondo a una ripartenza letale, e quando emerge dal grappolo albicelste festante si scopre con gli occhi lucidi: anche per lui era l’ultima opportunità, ha 34 anni e lascerà la Nazionale, ha resistito al richiamo del Rosario Central che è stato la sua culla proprio per trasformare il calcio europeo, la Serie A, la Juventus, in trampolino verso il Qatar. Lascerà, intanto lascia un’impronta straordinaria: diventa l’uomo delle finali“.
Ha segnato anche nella finale Olimpica del 2008 a Pechino contro la Nigeria (1-0). E ancora in quella di Coppa America al Maracanà contro il Brasile nel 2021. Ha segnato persino all’Italia a Wembley.
“Non c’era, invece, per infortunio, nelle finali del Mondiale 2014 e di Coppa America 2015, tutte e due perse: non talismano, ma valore aggiunto, difatti, finché rimane in campo, l’Argentina comanda e controlla facile, la Francia non esiste”.
La Juve ora sorride, spera in prestazioni analoghe in campionato. Il Mondiale fa morale, soprattutto.