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Raspadori: «Gioco poco nel Napoli? Alvarez al City ha giocato meno minuti di me»

Al Corsport: «Io 559 minuti in campionato, lui 356. È la dura legge dei grandi club, va in campo chi lo merita. Mi sono sempre visto nel Napoli»

Raspadori: «Gioco poco nel Napoli? Alvarez al City ha giocato meno minuti di me»
Mg Budapest (Ungheria) 26/09/2022 - Nations League / Ungheria-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giacomo Raspadori

Raspadori intervistato da Antonio Giordano per il Corriere dello Sport.

«Napoli è stata una mia scelta precisa, sollecitato da ciò che mi dicevano Giuntoli e Spalletti: se mi passa la battuta, mi misero in mezzo, ero felicemente frastornato dalle loro parole, coglievo la fiducia. Non potevo sbagliarmi, non mi sono sbagliato».

Quante volte pensa allo scudetto?

«Sarei un bugiardo se fingessi distacco. Ma non è un’ossessione. È l’obiettivo per il quale lavoriamo, ma senza stress. Però ci credo: per conquistarlo servirà l’impegno di questi tre mesi e la capacità di dimostrare che l’abbiamo meritato. Le qualità del Napoli, finora, sono emerse».

Scelga “il centravanti”.

«Benzema davanti a Lewandowski, di quelli che hanno esperienza e curriculum. Degli emergenti, ammesso che si possano definire tali, Haaland e Osimhen».

Osi che le ha lasciato 559’ in campionato. Ma abbia fede, c’è chi ha fatto di peggio…

«Sono preparato: Julian Alvarez, neocampione del mondo, al City ha giocato solo 356’. Neanche Haaland scherza…».

E come la mettiamo?

«È la dura legge dei grandi club, va in campo chi merita e chi sta fuori cerca di afferrare le occasioni che capitano. È la sana concorrenza, forse pure uno dei segreti per migliorarsi. Ed è la dimostrazione che stanno venendo fuori attaccanti destinati
a dominare il palcoscenico internazionale per il prossimo decennio: Victor sta per compiere ventiquattro anni; il norvegese ne ha ventidue e mezzo; e Alvarez ne farà ventitré tra un mese».

«Il destino mi ha voluto a Napoli ed io non posso che esserne fiero. Era un’occasione da cogliere per me, perché io ho avuto modo di crescere guardando il Napoli di Sarri, impressionato sostanzialmente dalla natura stessa di un club che ha sempre avuto una filosofia diretta con lo spettacolo. Sa che io mi ci vedevo dentro questa squadra?» 

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