In conferenza: «Non abbiamo fatto quello che avremmo voluto fare e non vogliamo accontentarci della classifica e del vantaggio che abbiamo»
L’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, presenta in conferenza stampa la gara di campionato di domani pomeriggio contro la Sampdoria, in trasferta. Il Napoli è reduce dalla sconfitta contro l’Inter a San Siro, di mercoledì. Spalletti inizia la conferenza con un minuto di raccoglimento per Mihajlovic e Vialli.
«Con la squadra prima di iniziare l’allenamento abbiamo pensato a come partecipare al ricordo di Vialli e Mihajlovic domani allo stadio. Quando è successo di Sinisa non c’è stata conferenza stampa, uniamo tutti e due e osserviamo un minuto di silenzio per ricordarli».
Inizia la conferenza.
Vialli
«Il mio ricordo personale di Gianluca si riferisce alla stagione 1985-86, incontrammo a Chiavari la Samp di Vialli e Mancini in un paio di amichevoli e mi ricordo su una pallata lunga verso la bandierina mi ritrovai a correre con lui e caddi a terra, l’arbitro fischiò punizione e lui mentre mi rialzavo fece venti metri di corsa all’indietro e venne a darmi la mano per tirarmi su. Si vedeva già molto bene la capacità di essere un leader, un fuoriclasse senza mai farlo pesare, anche se era molto giovane. E’ stato un uomo di grande carisma, precursore di grandi idee e visioni sia in campo che fuori. Me lo ricordo nella Juve, è stato uno dei primi attaccanti a pressare alto sui difensori, cosa che non si usava molto. Uno dei primi a uscire dall’Italia a farsi valere in Premier, ha fatto molto bene il calciatore e si è fatto apprezzare anche come uomo, come allenatore, vincendo trofei. E’ stato uno dei primi grandi commentatori in tv, me lo ricordo a Sky quando era lì per competenza e rispetto di tutto e di tutti, come sintesi: grandezza e disponibilità totale sia in campo che nella vita. Ha speso tutto se stesso per noi, lo abbiamo visto anche nell’ultimo Mondiale, nonostante quella che era la sua condizione fisica. Ci ha dato insegnamenti sempre e noi abbiamo imparato tanto da lui, per cui grazie Gianluca».
La sconfitta di Milano
«Dalla sconfitta di Milano abbiamo imparato che potevamo avere ancora 8 punti di vantaggio invece ne abbiamo soltanto 5. Una sconfitta ci può stare, perché il nostro campionato è positivo finora, ma a noi ci girano le scatole e debbono girarci, perché non abbiamo fatto quello che avremmo voluto fare e non vogliamo accontentarci di quella che è la classifica e il vantaggio che siamo riusciti a porre fra noi e le altre squadre, vogliamo andare a giocare le partite anche quelle difficili contro squadre allestite con attenzione per vincere lo scudetto con la stessa voglia con cui abbiamo giocato tutte le altre gare, con la stessa determinazione per fare risultato pieno, stavolta non l’abbiamo fatto».
«Le scelte di formazione erano già state previste prima di Milano. Si va a fare delle valutazioni perché poi ci saranno tre o quattro cambi in squadra».
«Di Lorenzo, Rrahmani, Anguissa, Mario Rui, gente come Osimhen, che è un leader perché nel modo di saltare sull’avversario si vede, Elmas, sono calciatori forti anche nel carattere, poi ci sono quelli un po’ più taciturni, più bravi e buoni a vederli, che prendono le stecche e stanno zitti senza protestare, ma poi sono calciatori forti, che si vede nelle espressioni di giocare a calcio che hanno la stoffa».
«Abbiamo avuto anche occasioni»
«Nella partita di Milano, loro ti danno lo spazio per iniziare l’azione coi terzini e tu devi essere bravo a scalare nella difesa perché a un certo punto devono fare delle scelte, in base alle loro scelte si liberano spazi che noi dobbiamo occupare e prendere dei vantaggi. Abbiamo fatto al di sotto delle nostre possibilità, ma non abbiamo fatto male, al di là di un paio di situazioni all’inizio in cui abbiamo sbagliato la costruzione, poi ci siamo anche ritagliati occasioni importanti in area di rigore. Ci sarà da migliorare queste caratteristiche e queste qualità anche se non abbiamo davanti una partita difficile. Loro stavano attraversando un momento di difficoltà e hanno fatto un’ottima partita, al contrario di noi, e poi troveremo un ambiente particolare per l’euforia ritrovata e per le situazioni successe».
«Penso di non ricordare male se vedo quelle due tre situazioni dove siamo andati più vicini al gol anche con un paio di tiri vicino alla porta e un paio di mischie in cui non siamo stati fortunatissimi. Poi è sempre la dimensione della forza dell’avversario che ti fa avere evidente la forza della reazione. Loro quando si arroccano in area hanno difensori fisici, la palla di Osimhen che si è stoppato di petto era una situazione abbastanza importante come ne hanno avute loro ma non siamo contenti. Non abbiamo la mentalità di chi vuole essere la squadra rivelazione, vogliamo convincerci che non dobbiamo perdere una partita così anche se l’avversario si chiama Inter. La mentalità più importante è avere questo pensiero».
«La maturità dell’ambiente è un segnale che i tifosi hanno percepito l’atteggiamento della squadra fino a questo momento. A chi ci sta criticando per la sconfitta dico che la pensano esattamente come noi, perché siamo a +5 mentre volevamo essere a +8».
«Rrahmani l’ho visto molto bene perché ha costruito occasioni corrette, sull’episodio del gol è stato molto bravo Dzeko a crearsi lo spazio, ci voleva fortuna che il cross cade dietro le spalle del difensore. Sono molto contento del suo rientro, è chiaro che caricarlo o fargli un’addizione di 90 minuti dopo un periodo così potrebbe essere sbagliato. È una valutazione che stiamo facendo».
Kvaratskhelia
«Kvara? Prima gli chiedevo delle cose che voi non ritenevate giusto che facessi. È il calciatore di grande qualità che è un po’ così nella sua costruzione totale, è uno che se non gli riescono i numeri che sa fare diventa facilmente uno sotto osservazione. Secondo me non ha fatto male, perché è stato uno di quelli entrati in area a cercare di ritagliarsi uno spazio per andare ad attaccare, è stato uno di quelli che ha calciato un paio di volte verso la porta prendendosi la responsabilità. Bisogna soltanto aspettare che ritrovi la totalità della confidenza con la partita. È tutto abbastanza sotto controllo, in allenamento si vede che fa le stesse cose a cui ci ha abituati, si va a giocare le prossime partite fiduciosi che rimetta in pratica le qualità che ha».
«Non possiamo giocarle tutte al top, queste partite, però dobbiamo provare a fare la cosa per cui lavoriamo ogni giorno, e solo se portiamo nella partita quello che ci diciamo e il lavoro quotidiano avremo uno sviluppo corretto, mi aspetto questo, mi aspetto quello che hanno sempre fatto fino a questo momento».
«Kvara riceve più gabbie e raddoppi dentro il campo, può giocare in tutte e due le posizioni. Gli piace ogni tanto mettere le spalle alla linea della difesa, vuole quel pezzetto di campo da sfruttare bene, per cui si diventa limitanti per lui andando a dire questo lo sa fare e questo gli riesce di meno. Sa fare sia questo che quello e si può usare da tutte e due le parti».