Lunedì dovrebbero essere rese note le motivazioni del provvedimento che ha portato alla penalizzazione di 15 punti per la Juventus

Con molta probabilità lunedì verranno pubblicate le motivazioni che hanno portato alla penalizzazione di 15 punti per la Juventus ma nel frattempo il procuratore federale Chiné è impegnato sul fronte della “manovra stipendi”
Nelle ultime ore Chiné avrebbe richiesto una proroga di 40 giorni per ultimare le indagini relative al filone sugli stipendi secondo cui la Juve sarebbe accusata, tra l’altro, anche di aggiottaggio. Ovvero false comunicazioni al mercato che sono vietate per una società quotata in borsa come il club di Torino.
La vicenda risale al periodo Covid.
Chiné è anche impegnato in queste ore ad ascoltare i tesserati juventini coinvolti nella manovra. Questa mattina ne dava notizia il Corriere dello Sport:
“Riguardo i calciatori, invece, dipende tutto dalla loro consapevolezza. I vari Szczesny, Bonucci, Cuadrado, Rabiot e McKennie, ma anche atleti non più in rosa (si parla ad esempio di Dybala, Arthur e Bernardeschi) conoscevano l’operazione che la Juventus, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto in mente? Oppure ritenevano soltanto di rinunciare allo stipendio accettando di riprendere i soldi nella nuova stagione?”
“Nel processo sportivo l’onere della prova è dell’accusa ed è la procura Figc che dovrà dimostrare l’eventuale “dolo” in capo ai tesserati; se non lo farà, come sembra, vanno considerati assolti. In caso contrario, gli atleti rischiano fino a 1 mese di squalifica. In procura si danno tempo fino alla fine di febbraio per chiudere le indagini (con proroga), ma l’ipotesi della “complicità” dei tesserati la considererebbero al momento remota.“