Sette sono le sfumature di azzurro. Tra quelle ci sono l’azzurro intenso Milik, Il blu sfuggente Callejón, il celeste scuro Gabbiadini.
Napoli Bologna
In questa rubrica è sempre entrato tutto, come sapete. Molto di quello che accade prima o dopo la partita, e quello che accade durante la partita, ma al di fuori della stessa. Vi dico di Flavio, il mio amico libraio di Venezia, grande appassionato di calcio e di storie sul calcio, ma soprattutto di un modo di raccontare il calcio. Vedete, il fatto che io abbini spesso la letteratura al calcio non è perché voglia mischiare le due cose, certifico soltanto una fusione che già esiste. Il calcio fa parte della letteratura, da sempre, ma ne fa parte soprattutto per quello che accade dentro il campo, nel racconto del calcio contano soprattutto i calciatori e i gesti che compiono o non compiono sul terreno di gioco. Ecco perché Flavio, che è interista ma che mi conosce bene, e che sa che il calcio è una cosa che viviamo entrambi alla stessa maniera, quando sono entrato nella Libreria Marco Polo, mi ha detto, sorridendo: “Ma qua siamo già in vantaggio”. Non era diventato di colpo un tifoso del Napoli, era contento per il calcio, per il modo in cui lo vediamo, e perché sapeva che io oggi di quella partita avrei scritto.
Discorso su Callejón
Siamo arrivati al cinquantesimo gol di Callejón con la maglia del Napoli. Il nostro numero sette, non mi stancherò mai di dirlo, andrebbe festeggiato tutti i giorni, perché è eccezionale, l’ho scritto più volte. Lo troviamo ovunque, lo vediamo comparire e sparire, sta dove nessuno si aspetti che stia, spunta come un’alba sul mare dopo una notte scura. I difensori dovrebbero saperlo che l’alba spunta tutti i giorni, e invece no. Cinquanta gol con la stessa maglia non sono pochi, non parliamo di un centravanti, ma di uno che fa il campo avanti e indietro, che raddoppia, che crossa, corre, cerca i compagni. Stiamo parlando di uno che non si lamenta mai, di uno che c’è sempre. Nel cinquantesimo gol di Calle c’è molto del suo modo di giocare, è spuntato alle spalle del difensore e ha schiacciato di testa in rete, quello di ieri è più bello di quello simile realizzato contro il Palermo, ma c’è molto anche di Insigne. Non so più quante volte siano quelle in cui Insigne abbia pescato Callejón alle spalle di un qualunque difensore, di sicuro sono moltissime. Ma il cinquantesimo gol è figlio anche del modo in cui gioca il Napoli di Sarri. Abbiamo un grande allenatore, non dimentichiamolo.
Discorso su Milik
Mi aspettavo (e mi aspetto) molto da Milik, ma senza fretta. Milik è un ottimo attaccante, chi sa un po’ di calcio, i tattici, gli osservatori, i giornalisti capaci, questa cosa la sapevano da tempo; poi è giovane, ha 22 anni. Credo che abbia grandi margini di miglioramento tecnici, per quelli affettivi siamo a posto, ha già preso possesso nel cuore dei tifosi, perché è così che vanno le cose. Ieri sera si è dimostrato nuovamente che quello che conta è la maglia, maglia che noi tifosi adoriamo e cediamo in affitto al calciatore di turno, se il calciatore vale (e Milik vale) amiamo per un dato periodo di tempo anche il contenuto della maglia. Questo processo, con Milik è avvenuto molto rapidamente, molto più rapidamente di quello che ci si poteva aspettare. Milik gioca e segna, ha delle tempistiche perfette. Lo avevamo visto con la scelta di tempo per i colpi di testa, lo abbiamo visto ieri nel bellissimo taglio sul lancio di Hamsik. Taglio che gli ha permesso di realizzare un gol strepitoso, uno dei suoi più belli, compresi quelli segnati in Olanda. L’altro gol di ieri è romantico, assai. E ha ragione Massimiliano Gallo quando scrive: “Alla Gigi Riva”, perché io proprio a Riva ho pensato. Lasciamo giocare Milik, il nostro centravanti, ci divertiremo.
Discorso su Gabbiadini
Che Manolo sia un bravissimo attaccante è un fatto, che non sia un centravanti è un altro fatto. Sono due cose che sappiamo da sempre, le sappiamo noi, le sanno in società e le sa Sarri. Arriveranno i gol di Gabbiadini, arriveranno per tempo, magari non nel modo in cui ci aspettiamo, magari quando non li staremo aspettando, ma arriveranno. E quando accadrà sarà un bel sabato, una bella domenica o, magari, un mercoledì: il prossimo.
In una bellissima poesia Paul Celan scrive: “Ecco l’occhio del tempo: / scruta torvo / da sopracciglio di sette colori. / Fuochi lavano la sua palpebra, / la sua lacrima è vapore. […]” (da Di soglia in soglia, Einaudi, trad. di G. Bevilacqua). L’occhio del tempo siamo noi tifosi, noi decidiamo, a volte torvi, altre no, quanto tempo concedere, quanto tempo levare, a un attaccante o a un difensore, o a un portiere. L’arcobaleno è il sopracciglio di sette colori, e sette sono le sfumature di azzurro che si contemplano, tra quelle possiamo scegliere, di partita in partita, l’intensità e le sfumature. Tra quelle ci sono l’azzurro intenso Milik, Il blu sfuggente Callejón, il celeste scuro Gabbiadini. Tutte sono sfumature d’azzurro, tutte ci riguardano. La nostra palpebra è lavata dal fuoco della terra, quello che sta dentro il vulcano e che corre dentro di noi, solo quello può lavarci, solo noi sappiamo quando e perché. Quell’azzurro e quel vulcano siamo noi stessi, le lacrime evaporano in fretta.
Il post – it del drone Giggino
Primo tempo: Tutto sotto Callejón controllo. Secondo tempo: Reina, uè tutto a posto? Ho visto Milik volare, amo la Polonia sopra ogni cosa. Fine partita: Ma quanto è forte Zielinski? Mister, fumamme.
Notizie dall’Inghilterra:
Mentre scrivo il Watford sta battendo 2 a 1 il Manchester United. Britos e Behrami sono titolari. Zuniga (attenzione) è entrato nella ripresa realizzando il gol del momentaneo vantaggio. Se finisce così è festa grande.
Note a margine:
- Stamattina al bar ho chiesto il cornetto Milik, mi hanno dato una cosa al cioccolato meravigliosa.
- Si sono già svegliati quelli che dicono: “Ma Milik non tiene il destro?”
- L’assist del capitano è stato meraviglioso.
- Un nuovo doveroso saluto ad Alessio Tacchinardi dall’attacco più in difficoltà del campionato.
- #IoStoConSarri dalla prima, da sempre.