Agnelli è stato il portavoce più esposto nella battaglia contro Ceferin, ma la linea era concordata. Il terremoto societario non ha prodotto un ripensamento
La Juventus non ha intenzione di abbandonare la Superlega, anzi (Repubblica)
A tre mesi dalla decisione finale della Corte di giustizia dell’Unione europea sulla Superlega, il Tribunale Provinciale di Madrid ha accolto il ricorso contro il Tribunale Mercantile numero 17 e ha respinto l’opposizione della Uefa con una clamorosa sentenza favorevole alla Superlega: “Fifa e Uefa non possono giustificare il loro comportamento anticoncorrenziale come se fossero gli unici depositari di certi valori europei, soprattutto se questo deve servire da scusa per sostenere un monopolio dal quale poter escludere o ostacolare l’iniziativa di quella che aspira ad essere la sua concorrente, la Superlega”.
Repubblica si sofferma sulla posizione della Juventus in merito alla Superlega. Il verdetto della Corte d’Appello federale non passerà senza conseguenze a livello europeo, si vedrà a fine stagione. Ma la Juve non abbandonerà il progetto Superlega. E’ vero che il promotore del progetto è stato Agnelli, scrive il quotidiano, ma la decisione era condivisa dall’intero club e il terremoto societario non ha prodotto un ripensamento drastico, anzi.
“Difficile però che verdetti tanto duri come quelli della Corte d’Appello federale, che frasi come quella firmata dal giudice Torsello («I bilanci della Juventus semplicemente non sono attendibili») possano passare senza conseguenze a livello europeo. Soprattutto in un momento in cui il club bianconero è già soggetto ai parametri concordati a settembre nel settlement agreement con la Uefa: se quell’accordo già punitivo fosse fondato su dati di esercizio alterati, come evidentemente li ritiene la Corte, l’esclusione per almeno un anno dalle coppe sarebbe inevitabile. Di tutto ciò si parlerà forse a stagione conclusa. Ma tenere viva l’opzione Superlega vuol dire dotarsi di uno strumento utile anche nella battaglia legale. Per non mostrarsi né arrendevoli, né colpevoli: in fondo, la Juventus ribadisce quotidianamente come si senta vittima di decisioni «illogiche e infondate». La Juventus non ha intenzione di abbandonare la propria partita, nemmeno dopo il cambio di dirigenza: perché è vero che Agnelli è stato il portavoce più esposto nella battaglia ideologica e poi legale contro il presidente del calcio europeo, Ceferin. Ma quella linea era ampiamente concordata, e il terremoto societario non ha prodotto un ripensamento tanto drastico. Anzi, ritiene la Superlega l’unica alternativa a un modello che ha prodotto lo strapotere economico della Premier — evidenziato anche dall’ultimo mercato — sul calcio europeo. E vuol restare capofila di quel fronte. Almeno finché terrà”.