Ad Avvenire: «Per essere perfetto il Festival deve tornare a orari più umani. Lazza mi ha impressionato, sia per il grande talento che dal punto di vista umano».
Avvenire intervista il maestro Peppe Vessicchio. Per anni ha accompagnato decine di artisti sul palco dell’Ariston, al Festival di Sanremo. Su quel podio è tornato quest’anno, su invito del collega più giovane Enrico Melozzi, nella serata delle cover. Ha diretto a quattro mani Gianluca Grignani e Arisa che cantavano “Destinazione Paradiso”. Vessicchio è stato anche protagonista del podcast quotidiano di Fedez, “Muschio Selvaggio”.
Non trova che a questo Festival alla fine si è parlato più dei “baci fluidi” che delle canzoni? Vessicchio:
«Si è parlato troppo di aspetti assai al margine della musica. E allora parliamone ora e dico che pur con linguaggi e forme diverse posso assicurare che i giovani della nuova ondata rapper hanno la stessa sostanza di artisti e cantautori, diciamo di tradizione, che sono più vicini alla mia sensibilità. E questo conferma il buon lavoro svolto ancora una volta da Amadeus».
Quello di Amadeus IV è il Festival “perfetto”? Vessicchio:
«Quasi, per essere perfetto si deve tornare a degli orari più umani e non solo per la messa in onda televisiva, ma anche per i carichi di lavoro degli orchestrali. La serata del giovedì è terminata alle 2 di notte. Ebbene, quei musicisti con che energie si possono ripresentare alle 11 del giorno dopo per provare fino alle 19 e poi rispondere puntuali alla convocazione della serata delle cover alle 20.15, andare in scena e tirare fino anche alle 3? Ho chiesto ad Amadeus: ma lo sai quanto guadagna un violinista laureato? Lui sincero mi ha risposto, «non lo so». Gli ho ribattuto, informati e poi mi dirai… A voi invece lo dico: per 5 settimane lavorative un orchestrale di Sanremo percepisce 2mila euro netti. È indecente, una paga da fame. A un marchio internazionale come Sanremo che aveva un’orchestra sinfonica di 110 professori e ora ne ha intorno ai 30, si può dare di più. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, non si limiti ai complimenti e Amadeus da uomo sensibile dia una mano anche a questi giovani innamorati della musica».
Vessicchio spende parole al miele per Lazza, secondo classificato al Festival 2023.
«In questi giorni sanremesi ho scoperto un altro grande talento che mi ha impressionato, specie dal punto di vista umano, parlo di Lazza. Mi ha regalato il suo disco scrivendomi la dedica: «Dal suo allievo, Lazza». Tempo fa mi parlò di lui Luisa Prandina, prima arpa della Scala di Milano: beh, lei conosceva e apprezzava la musica di Lazza, e questo ora mi fa comprendere le ragioni di un consenso così trasversale che è anche frutto della bella persona che c’è dietro all’artista. Lo stesso vale per Mr. Rain. Nel mondo dei rapper a Sanremo ho trovato degli aspetti quasi commoventi da sottolineare: il senso di comunità che c’è tra di loro e il profondo rispetto che nutrono per i “vecchi” come me. A tutti chiedevo di darmi del tu, ma non c’è stato verso, continuo a ricevere messaggi di amicizia con su scritto «grazie a lei Maestro Vessicchio!».
Sulla sua partecipazione al Festival:
«Io non disdegno l’invito. Se qualcuno degli artisti mi vorrà io per Sanremo ci sono sempre. Ma sia chiaro, non voglio solo dirigere, devo continuare, come sempre, a scrivere personalmente l’orchestrazione del brano. Loro mi diano la sceneggiatura della canzone e io ci metterò la regia».