Al Messaggero: «Ho rilanciato la canzone napoletana prima dei napoletani. Il rimorso più grande? Non aver messo su famiglia con Mariangela Melato».
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Il Messaggero intervista Renzo Arbore. Si dice rammaricato per la critica spesso ingenerosa alla sua Orchestra Italiana.
«La critica avrebbe dovuto essere più generosa con la mia “Orchestra Italiana”. Questo è l’unico rammarico. I miei 1600 concerti in trent’anni dal 1991 al 2021, l’orchestra stabile più longeva del mondo: meritavamo di più, ma in pochi lo sanno».
Arbore continua:
«Della mia notorietà la televisione si è mangiata tutto: la musica è stata vista come un ripiego. Errore. Io ho rilanciato la canzone napoletana, per la prima volta e prima che lo facessero i napoletani stessi. I quali l’hanno fatto, alle volte, addirittura con riluttanza».
Un trionfo planetario?
«Facevo concerti di tre ore l’uno con le più belle canzoni napoletane. Siamo stati in Cina, Giappone, Russia Sovietica e anche Russia dopo la fine del regime. Tre, quattro volte sulla Piazza Rossa. Nord e America Sud America e non parliamo di New York, ci sarò andato sei volte…»
Una critica che considera ingiusta? Arbore:
«Diceva qualcuno che la mia musica era “musica turistica”: ‘O sole mio, quando io ho cominciato veniva snobbata persino dai cantanti napoletani. Adesso ‘O sole mio è la canzone più popolare del mondo. Non la canzone napoletana più popolare del mondo, ma la canzone più popolare del mondo. Questa è la mia medaglia».
Sul suo lavoro in tv:
«Non parliamone per niente di tutto quello che ho inventato per la televisione, solo che questo ha oscurato il mio lavoro artistico della parte musicale, tutti ritornano sempre su quello che ho fatto in televisione».
C’è stato un maestro, un punto di riferimento che l’ha guidata? E quale insegnamento le ha dato? Arbore parla di suo padre:
«Mio padre. L’insegnamento è la simpatia. Mio padre, che era medico, diceva sempre che con la simpatia si poteva fare anche un lavoro come il suo. Ho sempre cercato di seguire questa linea: fare un lavoro, sorridendo. Il sorriso è contagioso».
C’è una cosa che avrebbe voluto fare e non ha potuto realizzare?
«Diventare un grande jazzista».
Una cosa che le procura un dolore o un rimpianto? O un rimorso… Arbore:
«Non avere fatto una famiglia con Mariangela Melato. Il rimorso più grande della mia vita».
Sulla riconoscenza:
«La riconoscenza nel nostro ambiente è merce rara. Secondo me è un debito che va pagato solo con un grazie».
L’amore e l’amicizia due dimensioni dell’affetto: quale delle due l’ha più appagata?
«L’amicizia mi ha più appagato. Sono stato contornato da amici e con gli amici ho lavorato. Ne ho avuti e ne ho ancora tanti. L’amore è molto complicato e raro».