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Diritti tv, la Serie A li ha portati a cinque anni per provare a incassare di più (Il Fatto)

Discrepanza tra linee guida e decreto parlamentare: diritti tv a 3 o a 5 anni? Deciderà l’Antitrust. I club vogliono chiudere il bando entro la fine del campionato

Diritti tv, la Serie A li ha portati a cinque anni per provare a incassare di più (Il Fatto)
Db Barcellona 12/10/2022 - Champions League / Barcellona-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: telecamera pallone

Il Fatto Quotidiano dedica una pagina ai diritti tv della Serie A. La Lega ha spinto per portarli a cinque anni per provare a incassare di più, ma c’è una discrepanza tra le linee guida approvate dai club e il decreto del Parlamento. Ora la palla è passata all’Antitrust. Il Fatto scrive:

“Diritti tv a 3 o 5 anni? Nelle regole della prossima asta per le gare del campionato di calcio di Serie A c’è un baco,
pasticcio, cortocircuito”.

“le linee guida approvate dalla Lega Serie A riguardano il triennio 2024-27, ma il Parlamento ha modificato la legge estendendo la durata dei contratti a 5 anni, andando di fatto in contrasto col testo precedente. Una discordanza finita sul tavolo dell’Antitrust”.

La Lega si era mossa in anticipo rispetto al solito, quest’anno, approvando le linee guida già lo scorso settembre. L’obiettivo era “pubblicare il bando a breve e chiudere l’asta entro la fine di questo campionato”, in modo da avere tutto il tempo per valutare le offerte e lavorare alle alternative, preparandosi, eventualmente, anche ad eventuali novità tecnologiche.

“Il testo era stato pure approvato da Agcom e Agcm, con alcune osservazioni, in particolare sulla necessità di ridurre le esclusive e abbassare i prezzi all’utente. A metà strada però è cambiato il quadro normativo: nel decreto Aiuti quater convertito a metà gennaio è passata la modifica della legge sui diritti tv, che ha allungato i contratti da tre a cinque anni, come richiesto dai presidenti del pallone, in primis Claudio Lotito”. 

In questo modo, si è creata, appunto, una discrepanza: “le linee guida approvate parlano di 3 anni, ma la legge ora dice 5”.

Qui entra in gioco l’Antitrust.

“La Serie A aveva chiesto l’estensione automatica a seguito della modifica normativa, ma il Garante del mercato ha ritenuto necessaria una domanda ad hoc. Almeno i vertici del pallone sono riusciti a spuntare una procedura accelerata: proprio ieri l’Agcm ha deciso di aprire una consultazione pubblica sul nuovo testo, fissando al 10 marzo il termine agli interessati per proporre contributi. Dieci giorni, invece dei canonici 60. Poi toccherà all’Autorità esprimersi. Si è perso un mese sulla tabella di marcia, sperando che le osservazioni del Garante sulla nuova durata quinquennale non vadano a riaprire una partita, quella delle linee guida, che sembrava chiusa da mesi. Altrimenti l’aiuto sui diritti tv rischierà di trasformarsi in un autogol, di cui il calcio italiano proprio non aveva bisogno”.

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