Alla Gazzetta: «I conti si fanno su 38 tappe, non su una sola partita. Il portiere deve essere capace di assumersi rischi. E a me il coraggio non manca».

La Gazzetta dello Sport intervista Andrei Radu: il portiere è arrivato ad Auxerre a fine gennaio, in prestito dall’Inter ed in 7 partite è già stato protagonista di 2 vittorie e 3 pareggi: un bottino di 9 punti, arricchiti da 2 cleansheet. La squadra di Pélissier ora rivede la zona-salvezza. Ma Radu è anche il portiere di Bologna-Inter del 27 aprile 2022. Sull’1-1, un suo liscio costò all’Inter il secondo gol del Bologna e l’addio allo scudetto.
A Radu viene chiesto se ripensa mai a quel gol del Bologna. Risponde:
«Si è parlato tanto di quell’errore, ma io resto dell’idea che uno scudetto non si può perdere per una svista in una singola partita: i conti si fanno su 38 tappe».
Il capitolo, dunque, è chiuso, dice Radu.
«Chiaro. Il bello del portiere sta proprio nella capacità di assumersi dei rischi. E a me il coraggio non manca».
Radu ha altri 2 anni di contratto con l’Inter.
«Il mio cuore resterà nerazzurro, che torni o no. Sono arrivato che avevo 15 anni e, dal collegio di Cormano in poi, sono diventato uomo alla scuola interista. Ma gli amori devono essere corrisposti e io non vivo di ricordi, anche se conservo ottimi rapporti con tutti. Sento spesso Calhanoglu e Dumfries».
Che cosa le ha insegnato Handanovic negli anni? Radu:
«Come tenersi stretta la maglia da titolare: con la determinazione di chi s’impegna ogni giorno per essere al top».