Furono meno di 40mila anche col Marsiglia. Napoli si è assuefatta alla Champions. Ha snobbato persino la semifinale col Dnipro.
I tifosi del Napoli sconfessano da soli la mitopoiesi di sé stessi, l’autonarrazione di essere i migliori tifosi del mondo. Ci sono i dati, a dimostrarlo. E non sono quelli di domani sera, quando il Benfica scenderà a Napoli per l’esordio stagionale casalingo degli azzurri di Sarri in Champions. Comunque, 35mila spettatori previsti per altrettanti biglietti venduti finora. Quindi, nessun pienone per la massima competizione europea. Ma non è una novità.
Basta guardare poco indietro, alla stagione 2013/2014 o anche a quella 2014/2015. Tre anni fa, due e mezzo al massimo. La partita di domani sera ha già più spettatori rispetto all’ultima gara di Champions League giocata al San Paolo, Napoli-Arsenal. Allora, erano 34.027 i tifosi presenti sugli spalti. Eppure, si giocava contro una delle migliori squadre del continente, da sempre (e per sempre, dato che nel frattempo ha centrato le altre due qualificazioni) protagonista in Champions. E c’era in ballo la qualificazione agli ottavi di finale.
Quindi, come dire: ci siamo abituati, ormai. Noi a questi numeri dei tifosi, i tifosi a questi palcoscenici. Anche la partita precedente, Napoli-Marsiglia, non produsse alcuna grande mobilitazione Champions: 39mila spettatori, più o meno gli stessi (in proiezione, ma potremmo anche sbagliarci) di domani sera. È strana, questa storia. Per Napoli-Arsenal ci furono tanti fattori che potremmo definire bizzarri ma che a Napoli sono pane quotidiano: non c’era la certezza di vincere, dettaglio non irrilevante da noi, visto che il Napoli avrebbe dovuto battere l’Arsenal 3-0 o sperare in un pareggio del Dortmund per passare il turno; la domenica successiva sarebbe arrivata l’Inter di Mazzarri e vuoi mettere la Champions in confronto alla goduria di fischiare Mazzarri?; e la sempiterna contestazione a Benitez reo di averci fatto perdere a Dortmund schierando due centrocampisti (del gol mangiato da Higuain no, quello no).
Ma, come abbiamo detto, anche per Napoli-Marsiglia non si raggiunsero i 40mila spettatori. Eppure il Napoli, dopo quella partita, la quarta del girone, aveva 9 punti in classifica. Era in pienissima corsa per la qualificazione e aveva giocato in casa quattro giorni prima, contro il Catania. Nel week-end successivo sarebbe andato a Torino, contro la Juventus. E soprattutto: i biglietti costavano di meno, curva a 25 euro e distinti a 55 . Eppure…
Noi non ci sorprendiamo. Ormai, questa è la realtà. Definiamo questo atteggiamento col termine che più ci piace, che meglio ci rappresenta: imborghesimento, assuefazione, contestazione per principio. Come volete. Solo che è strano. E non veniteci a dire “vabbè, ma quelli erano gli esordi…”, perché non è una questione di importanza della partita. Nella partita europea più importante giocata dal Napoli negli ultimi 27 anni, la semifinale casalinga contro il Dnipro, c’erano 41mila spettatori. Curve a 25euro, Distinti a 45. Per una semifinale. Però, di Europa League. E vuoi mettere la prima partita di Champions con una semifinale di una coppetta? Ovviamente, siamo ironici.
E forse siamo anche un po’ nostalgici. E allora, ecco un rapido screening di un passato neanche tanto recente in Europa. Napoli-Panionios, Intertoto (!) 2008: 54.137 spettatori; Napoli-Benfica, Coppa Uefa (!) 2008/2009: 60mila spettatori. Napoli-Liverpool, Europa League 2010/2011: 53mila spettatori. Poi, ecco sopraggiungere la “noia” dell’Europa, che – come abbiamo visto – va molto al di là del caro biglietti delle curve (e solo di quelle). È un’altra storia, è la conferma di come Napoli non riesca più a mantenere fede a quella storia del miglior pubblico del mondo, di quello più caldo e più presente e più appassionato. Col tempo, nel tempo, il tifo di Napoli si è normalizzato. Tanto da rigettare la Champions League. Rispetto al passato, però: col Chievo, quattro giorni fa, neanche 20mila presenze. Con il Benfica, domani, almeno 35mila. Forse, ma forse, c’è ancora speranza…