Il Corsport intervista l’ex prefetto Tagliente: «si è eretto in qualche modo ad esperto di ordine pubblico. In Italia corto circuito tra Tar e prefetto»

Questione ultras, scontri di Napoli, gestione dell’ordine pubblico, il Corriere dello Sport intervista Francesco Tagliente ex Questore e Prefetto, tra i padri fondatori dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Tagliente dice:
«Forse il Covid ci aveva fatto dimenticare dell’esistenza di gruppi di ultras che sono frange criminali, gestiscono interessi criminali e si muovono come bande organizzate con incroci internazionali».
Poi, venendo al caso Napoli-Eintracht prosegue:
«Direi che bisogna partire da un aspetto, ovvero il corto circuito, intanto giuridico, tra autorità di pubblica sicurezza, meglio, il Prefetto in questo caso, e l’autorità amministrativa che sostanzialmente ha smentito, sospendendola, la determinazione del divieto di trasferta. Alla luce dei fatti quel Tar riemetterebbe la stessa sospensiva? Quel corto circuito, poi, si è diff uso lungo tutti gli anelli del sistema. Ma un altro aspetto mi preme mettere a fuoco».
Quale?
«L’impatto avuto dalla comunicazione critica pubblica dal presidente dell’Uefa Ceferin, dalla ministra degli Interni tedesca e per inevitabile conseguenza dalla società dell’Eintracht. Definire intollerabile il divieto di trasferta attraverso gli organi di informazione è stato davvero incauto, direi, innescando un clima discutibile anche per quel rispetto dei ruoli che a livello istituzionale è doveroso. Ceferin si è eretto in qualche modo ad esperto di ordine pubblico e le sue parole possono mettere a rischio il sistema anche per le partite a venire, ingenerando in modo certamente involontario una pericolosa compattezza tra certe frange violente del tifo a livello internazionale».