A differenza della Uefa, Pique riesce ad attirare i giovani. El Pais racconta: “allo stadio adolescenti con una visione diversa del calcio”
La finale di Kings League ha riempito il Camp Nou. Il torneo creato da Gerard Pique, ex difensore del Barça, è riuscito nel suo obiettivo: ha attirato più persone del calcio tradizionale.
Su El Pais il racconto dell’evento nello stadio del Barcellona:
“Se il calcio è uno sport in cui si gioca 11 contro 11 e in cui vincono sempre i tedeschi, la Kings League è una competizione dove vince sempre Gerard Piqué. L’ex calciatore del Barça, fondatore della competizione di calcio a 7 formato da streamer, ha raccolto un vasto pubblico attraverso Twitch ed è riuscito ad attirarlo al Camp Nou per le final four del torneo“.
Il quotidiano spagnolo si sofferma sull’enorme potere attrattivo della Kings League:
“Il Camp Nou era praticamente pieno. Sono stati venduti più di 90.000 biglietti, ad un prezzo compreso tra i 10 e i 60 euro. Lo Spotify Camp Nou è stato allestito come un set televisivo per sette ore. C’erano i presidenti dei club, prima dello spettacolo hanno cantato alcuni rapper spagnoli e due cantanti argentini. Al centro un campo di calcio a 7 dove si sono disputate semifinali e finale“.
Sulle tribune tanti giovani ma non solo:
“Gli spalti erano pieni di adolescenti, genitori e bambini con una visione diversa del calcio. Gli adulti, più avvezzi al tradizionale calcio da 90 minuti con regole fisse e con una partecipazione più passiva limitata al tifo per la propria squadra, sono venuti a vedere una spettacolo originale, dove gli spettatori sono protagonisti nella scelta delle regole“.
Il quotidiano ha poi intervistato due spettatori, padre e figlio:
“«È più divertente del calcio. Ci sono regole che il solito calcio non ha, c’è più interazione ed è più accessibile. È una buona idea e spero che venga realizzata più volte», ha detto Alex, 13 anni. Accanto a lui, suo padre, Marc, 38 anni: «Penso che aggiunga valore al calcio. I giovani sono attratti da questo tipo di competizione e sono più interessati a una partita di 90 minuti in cui non succede niente».”