A Il Messaggero: «Se così si sono sentiti bene è un problema loro. Tanti tifosi del Torino mi hanno manifestato solidarietà. Scudetto? Sarò a Napoli»
Su Il Messaggero una lunga intervista allo chef Antonino Cannavacciuolo. Stasera torna in tv con Cucine da incubo, su Sky Uno. Lo scorso 8 novembre ha ottenuto la terza stella Michelin. Gli viene chiesto se cucinerebbe mai i grilli. Cannavacciuolo non esclude l’idea.
«Se mi dovessero piacere potrei anche cucinarli. Non escludo mai niente. Sono curioso e almeno una volta assaggio di tutto. L’idea degli insetti ci fa schifo, lo so, ma se finora al posto dei gamberi avessimo mangiato grilli non sarebbe la stessa cosa?».
Cannavacciuolo ripercorre il suo passato, da quando, a 13 anni e mezzo lavorava, dopo la scuola, nella cucina di un
hotel di Sant’Antonio Abate, vicino a Napoli, e il suo compito era di rompere 800 uova al giorno:
«Confesso che è stato un allenamento pazzesco. Servivano per fare il gelato alla vaniglia».
A 14 anni tornava a casa con le spalle e le braccia blu per le botte che gli dava lo chef per cui lavorava:
«A me alla fine è servito. Sono state formative, quelle botte».
Le stelle Michelin possono diventare un’ossessione? Cannavacciuolo:
«Non per me. Io le vedo come un riconoscimento che arriva dopo che la gente ti ha già premiato scegliendo di mangiare quello che fai».
La tv, ammette Cannavacciuolo, all’inizio non voleva farla.
«Mi sembrava di non avere le qualità giuste e temevo di perdere tempo. Mi ha convinto mia moglie».
La tv però gli ha dato la possibilità di fare gli investimenti giusti per crescere, dice:
«Oggi ho undici attività che impiegano 284 persone. E penso che presto ne aprirò altre».
Quanto guadagnano i suoi dipendenti?
«Da 1300 euro a tanto, tanto di più. Quanto meritano. Ho gente che sta con me da vent’anni, è brava ed è giusto che prenda tanto».
E quanto guadagna Cannavacciuolo?
«Investo tanto, quasi tutto e pago tutte le tasse, che sono pesantissime».
Cannavacciuolo torna con la mente a due settimane fa, quando, durante Torino-Napoli, allo stadio lo hanno insultato.
«È vero. Ma erano quattro infelici che dovevano sfogarsi chissà per cosa. Se comportandosi così si sono sentiti bene, è un problema loro. Per i successivi tre giorni tanti tifosi del Torino mi hanno manifestato solidarietà per gli insulti ricevuti».
Lo scudetto al Napoli ormai è sicuro: sta preparando festeggiamenti speciali?
«Ho tanto lavoro, ma un paio di giorni, se tutto va bene, penso di scendere. Vorrei far vedere ai miei figli quanta felicità può dare lo sport e cosa succede a Napoli in certe occasioni. Io mi ricordo Maradona».
L’errore più grande che ha fatto? Cannavacciuolo:
«Temo di non averne fatti. Entrando a 23 anni a Villa Crespi non ho potuto fare stronzate. Mi sono preso troppe responsabilità, non potevo deludere le nostre famiglie, e sono diventato subito adulto. È stato un errore: a quell’età qualche cazzata si deve fare. Io non le ho fatte».