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De Sica: «L’Italia è un Paese per vecchi che odia “i figli di”»

Al Messaggero: «De Laurentiis non mi ha invitato alla festa scudetto, ma se riesco a liberarmi ci vado volentieri per l’amore che ho per Napoli».

De Sica: «L’Italia è un Paese per vecchi che odia “i figli di”»
archivio Image / Spettacolo / Christian De Sica / foto Insidefoto/Image

Il Messaggero intervista Christian De Sica. Racconta di stare lavorando come un matto, di avere l’agenda piena.

«Al momento lavoro come un pazzo. Ho l’agenda piena fino al prossimo inverno».

De Sica ha 72 anni e lo vogliono tutti. Non se lo spiega.

«E che ne so? Quando ero giovane facevo solo il film di Natale, ora mi offrono qualsiasi cosa. La vita è fatta così».

Poi aggiunge:

«Forse in giro si è anche capito che so fare questo lavoro. Prima più di un addetto ai lavori diceva: “Questo gioca…”».

De Sica continua:

«Fino a pochi anni fa avevo un contratto d’esclusiva con Aurelio De Laurentiis e non potevo fare altro. Adesso no e quindi posso spaziare e fare quello che voglio. Diciamo che “come me soni te abballo” (ride). In Limoni d’inverno, per esempio, film drammatico che uscirà a breve, recito con Teresa Saponangelo e sono un malato di Alzheimer».

A De Sica viene chiesto se, vista l’età, è cambiato qualcosa, per lui, negli ultimi anni. Risponde:

«Mi sembra niente. L’Italia, in fondo, e lo dico con un po’ di amarezza, è un Paese per vecchi. Mi è andata bene. Il segreto? Coraggio, a volte incoscienza, tanta fortuna. Senza quest’ultima, visto che “i figli di” in Italia sono odiati, non ce l’avrei mai fatta. Agli inizi gli addetti ai lavori mi massacrarono».

De Sica aggiunge:

«Alla fine, se non fai guadagnare, nessuno ti fa lavorare. Senza incassi torni a casa. Ecco, quello ha aggiustato tutto».

Si è pentito di qualcosa, nella sua carriera?

«No. Ho una bella famiglia, amici che mi vogliono bene, e qualche film che forse avrei potuto evitare, ma onestamente rifarei tutto. Anzi, no: seguirei di più la parte economica della mia vita. Non ci capisco niente e sono stato ripetutamente derubato da imbroglioni e ladri di varia natura».

In più occasioni De Sica ha detto che Aurelio De Laurentiis ha comprato il Napoli grazie ai soldi che ha incassato con i cinepanettoni suoi e di Boldi. Gli viene chiesto se parteciperà ai festeggiamenti per lo scudetto, se De Laurentiis lo
ha invitato.

«Non mi sembra. Se riesco a liberarmi, però, vado volentieri per l’amore che ho per Napoli».

 

 

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