ilNapolista

Eleonora Giorgi: «Troisi era poetico, pigro, sempre con Sergio Leone, in caftano, al bar»

A La Repubblica: «Ho detto no a Nicholson, Delon, Moravia. Il cinema mi aveva trasformato in un oggetto del desiderio, avevo paura di essere usata».

Eleonora Giorgi: «Troisi era poetico, pigro, sempre con Sergio Leone, in caftano, al bar»

Su La Repubblica un’intervista ad Eleonora Giorgi. Racconta la sua carriera, a partire dal suo primo film, “Storia di una monaca di clausura”, scritto e prodotto da Tonino Cervi. Sostituiva Ornella Muti. La Giorgi parla del rapporto che avevano.

«Stupenda. Sul set tra noi una sotterranea competizione per le attenzioni: Tonino era furbissimo, si distribuiva godendo di dividerci».

La prima storia d’amore con un personaggio del cinema fu con Alessandro Momo, morto in un incidente in moto, quella della Giorgi. Ne seguì un periodo di crisi, poi l’arrivo di Angelo Rizzoli.

«La morte di Alessandro, la solitudine, è troppo. Ma entra nella mia vita Angelo Rizzoli, un angelo per davvero. Aveva anche profondi problemi. Ma siamo stati felici. La grande crisi è il risveglio con la Finanza in camera da letto. E quel che mi hanno fatto dopo…».

Il matrimonio durò cinque anni, ma le cronache giudiziarie presero la ribalta. Con Rizzoli, poi, ci sono stati attriti.

«Dopo la vicenda giudiziaria lui si lega a Berlusconi, i politici tornano nella nostra villa, viviamo al di sopra delle nostre possibilità. Dico a Angelo “prendiamo una casa a New York, nascondiamoci, inventiamoci una nuova vita”, lui: “Non accetto critiche da nessuno, men che mai da mia moglie, la porta è quella, se vuoi”. Non era vero, ma ne ho approfittato. Perché non potevo, non volevo. Però mi è mancato. Si è risposato e sua moglie mi ha odiata dal primo giorno. Non le ho fatto niente, sono solo esistita prima di lei».

Rimpianti o pentimenti? Giorgi:

«Ho pensato all’elenco dei no a uomini come Nicholson, Delon, Moravia. Mi sono detta: perché? Ero traumatizzata dal fatto che il cinema mi aveva trasformato in un oggetto del desiderio, avevo paura di essere usata, ero immatura. Ho avuto pochi uomini. Ho capito tardi che avrei dovuto avere lo stesso coraggio da esploratrice che avevo nella vita, anche con gli uomini. Chiedo scusa a tutti loro, sono stata una stupida».

A Warren Beatty la Giorgi ha detto sì.

«Aveva incredibile charme, diviso tra cinema e politica. Si spaventò nel vedermi in giardino: “Eleonora, qui è pieno di serpenti a sonagli”. A Los Angeles non mi sono sentita a casa».

Il film in cui si è piaciuta di più?

«Borotalco, grazie alla fiducia di Carlo Verdone, un coetaneo. Mi sentivo sicura di me, ho dato tutto al personaggio, persino le mie scarpine turchesi…».

La Giorgi ha avuto anche una storia con Troisi.

«In un villaggio turistico, c’era mezzo cinema italiano. Pietro Mennea mi ha insegnato a correre…. Massimo era
poetico, pigro, sempre con Sergio Leone, in caftano, al bar. Io e la Muti siamo le attrici più giovani ad aver visto quel cinema. Ecco perché dopo Borotalco pensavo a Verdone e me come a una coppia comica. Quando ha girato Io e mia sorella con Ornella Muti è stata una ferita. In Compagni di scuola ero mortificata, non l’ho mostrato».

Su Massimo Ciavarro:

«Ci conosciamo sul set di Sapore di mare. Un’oasi di verità, valori sani. Dopo dieci anni è mancato il romanticismo. Aprimmo una casa di produzione, andata male. È sparito. Lo vedo solo perché è nonno».

ilnapolista © riproduzione riservata