Giocatori con gli occhi lucidi, i tifosi che contestano, il disastro societario, tre allenatori. Lo storico club rischia una clamorosa retrocessione
Gli occhi lucidi dei giocatori, contestati dai tifosi a fine partita, dicono più di mille parole. Così come l’immagine del pullman della squadra scortato dalla polizia all’uscita del Mestalla. Lo 0-2 contro il Siviglia dell’ultima partita sigilla una crisi senza fine per i “pipistrelli” valenciani, impantanati al terzultimo posto in una Liga mai poco competitiva nei suoi piani bassi come quest’anno. La gestione del discusso imprenditore singaporiano Peter Lim sembra aver raggiunto ormai un punto di rottura, con l’ex presidente Juan “Paco” Roig alla finestra in attesa degli eventi.
La sconfitta di domenica è stata addirittura la sedicesima in questo campionato, con la squadra ferma a 27 punti, tre meno dell’Almeria al momento salvo. Tre come gli allenatori che si sono avvicendati in questa stagione mesta. Gattuso ha rescisso a fine gennaio, ammettendo il fallimento e augurando il meglio ai tifosi locali che non lo avevano mai amato fin dal suo annuncio. Nemmeno l’ennesimo stint in panchina del traghettatore classico del club, quel Voro alla settima esperienza in panchina, è servita a risollevare l’ambiente. Adesso tocca a Ruben Baraja, anche lui vecchia gloria del club, a cercare di evitare una retrocessione che avrebbe del clamoroso.
Un disastro senza precedenti anche perché il materiale e le risorse a disposizione non sono affatto male, almeno sulla carta. Dando i numeri, parliamo dell’ottava rosa per valore nella Liga – 225 milioni su transfermarkt – e di una squadra che può contare sulla spinta di 39mila spettatori di media al Mestalla. Inoltre si tratta di una rosa giovanissima, la più giovane della Liga per distacco, con un’età media di soli 24 anni, dato più unico che raro in un campionato spagnolo sempre più cimitero di elefanti (ben più della serie A, dati alla mano).
Certo, affidarsi in attacco al vecchio leone Cavani, uscito domenica tra i fischi e a una promessa ormai sfiorita come Justin Kluivert – che peraltro ha finito la stagione per infortunio – non è stata una scelta esattamente lungimirante. A maggior ragione visto che davanti gioca anche Samu Castillejo, non proprio noto per la sua prolificità sotto porta. Situazione che può ricordare un po’ quello che sta capitando da noi al Torino dove Sanabria regge l’attacco da solo. Ma se Sanabria ha segnato da solo 7 gol nel 2023, il Valencia ha fatto altrettanto con tutto l’organico. Trovare la porta con continuità sembra un miraggio totale, insomma.
Contro il Siviglia i limiti strutturali della squadra si sono visti nella maniera più impietosa: i valenciani hanno creato molto di più e tenuto il pallone, ma tirato comunque poco in porta, causando ben pochi patemi a Dmitrovic. Alla fine hanno perso 2-0 contro una squadra molto più cinica, nonostante il conto degli expected goals dicesse 0.37 a 0.36. Una squadra, quella allenata da José Mendilibar, che in settimana era già riuscita a rimontare due gol allo United in maniera completamente immeritata. Ma il calcio, si sa, è un gioco profondamente ingiusto, che è stato inventato per far disperare tifosi e addetti ai lavori.
Capirete anche voi, visto questo quadro da incubo, che le proteste virulente dentro e fuori dallo stadio di una tifoseria attaccatissima alla squadra sono se non apprezzabili nella loro forma, condivisibili nello spirito. Il ricchissimo proprietario Peter Lim sembra per ora fregarsene altamente, ma vedremo se una retrocessione gli farà cambiare idea riguardo alla sua avventura nel calcio europeo. Come detto in apertura, Paco Roig è alla finestra e i tifosi sperano che possa essere il salvatore che stavano aspettando per tornare ai fasti dei primi anni duemila.
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