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Landucci chiama pelato di merda Spalletti (ti mangio il cuore) e Il Giornale se la prende con Spalletti

Scrive che Landucci in carriera non è mai uscito dal bon ton, di frase dal sen fuggita. E invece ricorda tutte le polemiche di Luciano: da Guardiola a Maldini, fino a Totti

Landucci chiama pelato di merda Spalletti (ti mangio il cuore) e Il Giornale se la prende con Spalletti
Napoli's Italian coach Luciano Spalletti looks on prior to the UEFA Champions League round of 16, second leg football match between SSC Napoli and Eintracht Frankfurt at the Diego-Maradona stadium in Naples on March 15, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Ogni posizione dialettica è rispettabile, certo quella assunta oggi dal Giornale, a firma Franco Ordine, è quantomeno surreale. Per Ordine non è un caso che ci sia sempre Spalletti al centro di polemiche e baruffe. Scrive così:

La definizione di Curzio Malaparte sembra spiegare quasi tutto: «I toscani hanno il cielo negli occhi e il fuoco in bocca». Trasferita ai protagonisti del calcio italiano più che il fuoco ci troviamo di fronte ai lapilli che vengono fuori dalla bocca di un vulcano in piena attività. E il pensiero corre subito alla frase «dal sen fuggita» di Marco Landucci, toscano di Lucca, 59 anni spesi nel calcio tra la carriera di portiere (Fiorentina) e quella successiva di allenatore e collaboratore storico di Max Allegri – altro toscanaccio di Livorno – senza mai uscire dai binari del bon ton. Eppure, gli ispettori della procura federale che allo stadio juventino godono di eccellente udito, hanno ascoltato e riferito la frase-scandalo rivolta a Luciano Spalletti («pelato di m.., ti
mangio il cuore») nel pieno di una probabile baruffa tra toscanacci di pelo antico in coda a Juve-Napoli.

E a questo punto Franco Ordine comincia a mettere in rassegna i precedenti di Spalletti.

Curiosamente, sempre Luciano Spalletti è finito al centro di un altro paio di siparietti, questi scanditi da stoccate col fioretto.

Dal battibecco a distanza con Guardiola. A quello, ravvicinato, con Paolo Maldini nel sottopassaggio del Maradona durante Napoli-Milan di campionato. Ordine riesuma anche la vicenda Totti. Fino all’ostentato saluto ad Allegri a Napoli dopo il 5-1 rifilato dagli azzurri alla sua Juventus.

Poi, aggiunge Il Giornale, però Spalletti prova sempre a ricucire.

E alla prima conferenza stampa utile ha dato appuntamento a Guardiola per «un caffè turco» e ricordato a Maldini di custodire la sua maglia numero tre in cima all’albero della cuccagna, la sua collezione privata di maglie doc che è probabilmente unica per la concentrazione di firme prestigiose, segno di particolare stima. Fine dei fuochi toscani. Fino alla prossima puntata, naturalmente. 

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