ilNapolista

Spalletti come Bernardini che vinse due scudetti lontano da Torino e Milano

Quella del Napoli è un’impresa storica. Bernardini vinse con Bologna e Fiorentina. Mi auguro che Spalletti ne vinca due con il Napoli

Spalletti come Bernardini che vinse due scudetti lontano da Torino e Milano
Ci Napoli 07/09/2022 - Champions League / Napoli-Liverpool / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Fino alla scorsa domenica quasi mi arrabbiavo a vedere gli striscioni azzurri per tutta città, e non volevo sentire parlare di scudetto, ma ora non c’è più spazio per la scaramanzia: lo scudetto è certo.

Infatti, anche se il Napoli perdesse tutte le partite fino alla fine, solo Juventus e Lazio potrebbero superarlo, in quanto, anche vincendo le tutte le restanti partite, arriverebbero ad ottanta ed ottantadue punti, rispettivamente, ma, se assumiamo che la Juve faccia almeno un pareggio, e la Lazio due nelle due trasferte a Milano con Inter e Milan, praticamente il Napoli vincerebbe lo scudetto anche finendo il campionato agli attuali 78 punti  (n.b. a parità di punti il titolo andrebbe al Napoli).

Non c’è dubbio che si tratta di un evento eccezionale, anche di maggior rilievo rispetto agli scudetti dell’87 e del 90.

Infatti, dal 1960 al 2000 ben dodici scudetti (il 30%) non sono stati vinti dalle tre squadre più ricche e blasonate di Italia, cioè Juventus, Milan ed Inter: due scudetti a Napoli, Roma e Lazio, 1 a Verona, Sampdoria, Torino, Bologna, Fiorentina e Cagliari, ed almeno in dieci campionati le tre grandi hanno dovuto lottare fino alla fine contro le meno ricche.

Tuttavia, dal 2000 in poi gli scudetti sono stati sempre vinti dalle tre grandi a mani basse, e solo nel 2010 e 2018 la Roma ed il Napoli di Sarri hanno contrastato la vittoria delle tre grandi fino alla fine.

Questo cambiamento non è certamente avvenuto per caso:

la sentenza Bosman ha fatto in modo che non ci sia limite al numero di giocatori stranieri, e che il calciatore, considerato libero professionista, alla scadenza del contratto (ma praticamente anche prima) decida di passare alla squadra che vuole, mentre prima la società era proprietaria del cartellino del calciatore a tempo indeterminato.

Quindi se Vlahovic, Locatelli o Chiesa chiedono di andare alla Juventus non lo si può evitare anche se c’è una società disposta a pagare di più.

D’altra parte è molto difficile che un “top player”, o comunque un calciatore già affermato e richiesto da grandi club, decida di andare alla Roma, alla Fiorentina o al Napoli. A queste squadre arrivano solo dei potenziali “top players” che poi, affermatisi definitivamente, chiederanno di trasferirsi presso club più ricchi e potenti.  Si tratta di scelte completamente comprensibili: possono avere ingaggi più consistenti, hanno più possibilità vincere trofei, partecipare quasi sempre alla Champions, magari possono garantirsi un futuro con incarichi in televisioni etc., e magari anche una protezione arbitrale ed mediatica.

Il passaggio del campionato da 16/18 squadre a 20, con la concomitanza di un grande incremento degli impegni delle nazionali ha favorito le società più ricche che possono permettersi una rosa più forte in qualità e quantità. Inoltre i grandi club hanno da tempo dei rapporti preferenziali con alcune “provinciali” garantendosi opzioni per l’acquisto dei calciatori migliori.

Pertanto questo scudetto del Napoli vale tantissimo, si tratta davvero di una grande impresa storica, anche perché vinto stracciando gli avversari e con un gioco spettacolare che è stato apprezzato in tutto il mondo. Chiaramente in questa impresa il merito più grande va a Spalletti, i cui meriti sono stati ampiamente sottolineati da tutta la stampa locale e nazionale.

Vorrei solo evidenziare lo spirito di gruppo che ha dato a tutta la squadra: basta osservare la gioia di Osimhen, Lozano all’arrivo all’aeroporto. E al goal di Raspadori,

Ho visto un entusiasmo, una gioia fanciullesca con un sentimento di amicizia tra i calciatori che va ben oltre la professionalità. Ritengo questo il più grande merito di Spalletti: ha dato anche un senso romantico al gioco del calcio.

Non dobbiamo poi dimenticare che Spalletti avrebbe potuto vincere il campionato anche l’anno scorso senza l’infortunio che ha fermato Osimhen per metà campionato, e se avesse avuto a disposizione dei rincalzi di valore.

Mi sento di associare l’impresa di Spalletti a quelle del grande Fulvio Bernardini con le vittorie di Fiorentina e Bologna: entrambe le squadre, non ricche e potenti, praticavano un gioco spettacolare molto piacevole (come riportato dal grande Gianni Brera).  Tra l’altro la Fiorentina perse la finale di Coppa Campioni con il Real Madrid (a Madrid) in seguito ad un arbitraggio molto discutibile.

Ovviamente, mi auguro che analogamente a Bernardini, Spalletti vinca un secondo scudetto lontano da Torino e Milano, però questa volta nella stessa città del primo.

Inoltre Bernardini con “la rivoluzione dei piedi buoni” contribuì in modo notevole alle grandi prestazioni della Nazionale Italiana ai Mondiali del 78 e 82: chissà….

ilnapolista © riproduzione riservata