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Massimo Ranieri: «Il Napoli è sbocciato, si è rivelato sportivamente superiore»

Alla Gazzetta: «Napoli non ha bisogno di un successo nel calcio per essere conosciuta, è una realtà già affermata. Il mio preferito è Anguissa»

Massimo Ranieri: «Il Napoli è sbocciato, si è rivelato sportivamente superiore»
Sanremo (Im) 04-08/02/2020 - 70° Festival di Sanremo / foto Pamela Rovaris/Image nella foto: Massimo Ranieri

Il famoso cantante Massimo Ranieri ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Lui, tifosissimo del Napoli, ha visto i primi due scudetti azzurri mentre, nel 1988, incantava una generazione con “Perdere l’amore“.

Quale canzone dedicare a quest’annata?

«Posso soltanto associare una canzone che rappresenta la mia vita, Vent’anni. Inizia con ‘La mia vita cominciò come l’erba, come il fiore’ e con altrettanta naturalezza il Napoli è sbocciato, si è rivelato sportivamente superiore in qualsiasi ambito. Certo, gli anni dall’ultimo titolo sono trentatré, ma può andar bene lo stesso».

Gazzetta chiede a Ranieri in che modo lo scudetto e la musica possano portare in altro il nome della città:

«Napoli non ha bisogno di un successo nel calcio per essere conosciuta. Ha dato i natali a personalità di spicco in ogni arte e settore, ci siamo sempre stati nel mondo e io sono orgoglioso di poterla rappresentare. Al giorno d’oggi siamo tutti un po’ più distratti, ma non si potrebbe mai definire un momento di riscatto. È una realtà già affermata. Negli ultimi anni il turismo vacanziero e culturale sta facendo registrare numeri incredibili, alla nostra città si guarda con grande interesse. Napoli è un fenomeno mondiale, sa pure ammaliarti. D’altronde, la prima canzone conosciuta a livello internazionale, interpretata in tutte le salse, è ‘O sole mio».

Il giocatore che ha impressionato di più Massimo Ranieri e Zambo Anguissa:

«Forse qualcuno rimarrà a bocca aperta, non si tratta né di Victor Osimhen né di Kvaratskhelia. Il mio preferito è Anguissa, che insieme a Lobotka domina il centrocampo. Frank è come una pantera, attraversa il campo col suo passo felpato. Sembra che parli con il pallone quando salta l’uomo, si muove in maniera delicata come una piuma. Mi ricorda un po’ Sivori in questo fondamentale, ma anche Mohammed Ali: leggiadro come una farfalla e pungente come un’ape».

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