I giovani potranno finalmente celebrare i loro idoli e non vivere dei ricordi dei vecchi. In tanti torneranno sui campetti di calcio
Cesare – Caro Guido siamo campioni d’Italia. E’ una grandissima emozione dopo 33 anni. La nostra festa è stata solo rinviata di qualche giorno. I gufi e salottieri televisivi del Nord (ma anche molti napoletani e uomini del sud che tifano per Milan, Inter e soprattutto Juve, e anche purtroppo molti campani di altre città che sentono una concorrenza che non esiste) sapevano bene che lo scudetto del Napoli era ormai cosa fatta. Ma comunque godevano ad ogni rinvio, ad ogni intoppo, ma ieri sera ad Udine è stata l’apoteosi. E non solo ad Udine con i circa 12.000 tifosi del Napoli arrivati alla Dacia Arena, ma a Napoli con i 60.000 che hanno assistito a distanza allo stadio Maradona alla partita (dentro e fuori lo stadio), con le centinaia di migliaia scesi per le strade della città, della regione e di tutta Italia.
Guido – Questo è lo scudetto in primis del presidente De Laurentis che ha dimostrato alla fine di avere ragione su tutto vincendo il campionato nell’anno in cui ha svecchiato la squadra, lanciato nuovi talenti e abbassato il tetto ingaggi. Poi è lo scudetto di Giuntoli che ha scoperto dei giocatori fortissimi e sconosciuti ai più e che ha permesso non solo di vincere lo scudetto, ma anche di assicurare un grande patrimonio alla società. Ed è lo scudetto di Spalletti, grande allenatore che ha creato un gruppo fantastico e lo ha condotto alla vittoria.
Cesare – Concordo pienamente. Volendo parlare della partita possiamo dire che comunque non era facile fare risultato ad Udine perché vi era una squadra di casa molto aggressiva (povero Kvara ormai lo picchiano tutti e sta diventando un tema, va maggiormente tutelato dagli arbitri) che giustamente non voleva fare da comprimaria. E poi vi era una cappa di tensione che avvolgeva la squadra. A questo va aggiunto che il Napoli non ha la brillantezza di qualche tempo fa, ma questo è fisiologico non si può pensare di girare sempre a 1000. Anzi merito al nostro allenatore che sfruttando il periodo migliore della squadra ha tracciato un solco con le altre squadre acquisendo un vantaggio stratosferico.
Guido – E Spalletti proprio per ovviare a questo e per contrastare la fisicità dell’ Udinese ha schierato infatti una squadra più da combattimento con Ndombele ed Elmas al posto di Zelinski e Lozano. Dopo un primo tempo di sofferenza, in cui siamo andati in svantaggio e non siamo riusciti a preoccupare la difesa avversaria, nel secondo tempo con pazienza abbiamo pareggiato la partita con il 22° gol di Osimhen. E poi a dimostrazione che il problema delle ultime giornate del Napoli era anche psicologico, la squadra si è sbloccata. Ha giocato, giocatori irriconoscibili nel primo tempo come Anguissa e Lobotka sembravano resuscitati e avere nuova energia, il Napoli poteva anche vincere la partita.
Cesare – Guido ma a noi bastava il pareggio e negli ultimi minuti abbiamo controllato il gioco fino al liberatorio fischio finale che ci ha ufficialmente assegnato il 3° scudetto. E adesso fino alla fine del campionato sarà sempre festa, ad ogni partita. E poi il Presidente, Giuntoli e Spalletti dovranno sedersi per decidere il futuro.
Guido – A me fa piacere innanzitutto per i ragazzi che hanno vissuto una grande emozione e potranno finalmente celebrare i loro idoli e non vivere dei ricordi dei vecchi. Questo scudetto riporterà sui campetti di calcio tanti giovani che si erano allontanati dal calcio e che riscopriranno il più bel gioco del mondo.
LE SENTENZE
Oggi non ci sentiamo di “dare sentenze” un 10 e lode va a tutta la squadra insieme al tecnico ed alla società.