È la porta dell’Europa, il passaggio per affermare le potenzialità di un club che ha la necessità di costruire un progetto sul quale in tanti puntano. Tuttavia la strada è ancora lunga, e s’è visto proprio ieri: attacco fumoso e delusione montante. I tifosi non hanno sciolto i nodi di uno scetticismo che da sempre accompagna i piani di crescita, compresi quelli apparentemente elementari che riguardano il mondo dello sport. Il colpo Cavani non ha ancora creato vasti consensi, ma tant’è: il Napoli il suo cammino l’ha intrapreso e – piaccia o meno – la squadra risulta essere in fase avanzata di allestimento, pur se ancora non completamente in grado di diventare protagonista. Si avverte la necessità di operare sul mercato con almeno un paio di innesti (attacco e centrocampo) in modo da rendere l’organico non solo competitivo ma pure in grado di avere più giochi tattici a disposizione. Agosto, mese di verifiche e di opportunità per ulteriori acquisti e cessioni, non dovrebbe trascorrere invano. Lo sa bene De Laurentiis, lo sanno i tifosi che ieri hanno riempito di passione lo stadio di Fuorigrotta. La partita contro un avversario assai modesto (lo si sapeva e non c’è da meravigliarsi, finanche i bookmakers quotavano la vittoria 83 a 1) doveva dire un po’ di cose: a che punto è il Napoli e a che punto è Cavani, oltre ad ottenere un risultato per passare il turno. L’ultimo proposito s’è avverato solo in parte, perché il risultato è striminzito e non garantisce tranquillita per il secondo match. Diceva alla vigilia un reduce del Napoli maradoniano che per gli azzurri sarebbe stata una passerella allegra e per gli avversari una sofferenza continua; poi ricordava quel suo impareggiabile Napoli. I paragoni non reggono. Infatti la partita è stata diversa: troppo impervia nonostante la forza degli azzurri e i lati deboli dell’Elfsborg, l’attacco è ancora innocuo, molto gioco e poca sostanza. Questo porta a una manovra efficace ma non redditizia sotto porta. Infine Cavani: giusto un’apparizione, lui si è mosso benino, comunque da rivedere, come il suo Napoli.
di Toni Iavarone (dal Mattino)
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