Le scelte sbagliate e la mancanza di leader, a eccezione di Vardy, lo hanno condannato agli ultimi posti in classifica.
Sembra passata un’eternità da quel 2016 in cui Leicester diventò centro d’Inghilterra. Le Foxes, allora allenate da Ranieri, vinsero il titolo in Premier per la prima volta nella loro storia dopo una cavalcata trionfale. L’anno successivo sarebbero andate in Champions League, arrendendosi solo ai quarti contro l’Atletico del Cholo Simeone. Fino a oggi, la squadra delle Midlands Orientali ha sempre navigato nelle zone della classifica che qualificavano alle competizioni europee. L’anno scorso la Roma si trovò a giocare contro il Leicester le semifinali di Conference League, dopo che anche il Napoli lo aveva affrontato ai gironi di Europa League, da cui provenivano gli inglesi. Oggi, però, la musica è tutt’altra e la squadra rischia una drammatica retrocessione in Championship.
Dal mercato ai problemi economici, il Leicester si è scavato la fossa da solo
Nella situazione in cui versa attualmente il club di Leicester risulta difficile identificare solo una causa. Infatti, se si è arrivati a questa situazione la colpa è di molte scelte che sono state fatte, a partire dal mercato. In passato dalle parti del King Power Stadium sono passati grandi promesse poi diventati campioni d’Inghilterra come Kantè o Mahrez. Oppure grandi scommesse che hanno fruttato cessioni molto sostanziose per le casse del club (come Maguire allo United per 87 milioni). Nella scorsa finestra di mercato, invece, tutto è stato sbagliato. Tra i giocatori arrivati ci sono Patson Daka, Boubakary Soumare, Jan Vestergaard e Ryan Bertrand. Ognuno di loro si è rivelato un vero e proprio flop e gli arrivi di Wout Faes e Harry Souttar hanno fatto ben poco per rinforzare la difesa. Inoltre, il giovane terzino Victor Kristiansen sembra lontano dall’essere pronto per la Premier League e l’inconsistente Tete ha mostrato solo raramente lampi di qualità. A tutto questo va aggiunto il difficile momento economico di chi detiene la proprietà del club, una società di duty free aeroportuali con sede in Thailandia, che ha attraversato un periodo difficile quando gli aeroporti sono stati chiusi durante la pandemia.
Vardy abbandonato dai compagni di mille battaglie
In tutto ciò, non va dimenticata forse la cosa più importante: l’addio, lento ma inesorabile, di tutti i protagonisti di quel trionfo del 2016. Chi per motivi anagrafici come Huth e Morgan, chi per offerte troppo allettanti da poter rifiutare (Mahrez al City e Kantè al Chelsea). Chi, semplicemente, perché aveva voglia di cambiare aria, come ha fatto Kaspar Schmeichel, il leader del Leicester campione. La problematica è stata che quella di non averlo sostituito degnamente, con Ward prima e Iversen poi gettati in pasto alle critiche dei tifosi. Del gruppo originario è rimasto solamente Jamie Vardy, commovente nella sua scelta di voler difendere i colori delle Foxes ma solo all’interno di un gruppo che non hai mai dato segnali di coesione. Adesso le Ultime due partite contro Newcastle e West Ham ci diranno cosa ne sarà del Leicester. Anche se, dalle parti del King Power Stadium, hanno paura di dover ricordare una retrocessione a 7 anni dalla vittoria del titolo con Sir Claudio in panchina.