Alla Gazzetta: «nessuno pensava che l’Inter superasse la fase a gironi. Guardiola non è nel City perché guadagna una cifra enorme, ma perché ama il calcio»
Ci si prepara ad accogliere la finale di Champions League nel migliore dei modi. L’Inter è arrivata in finale con pieno merito e lo pensa anche Karl-Heinz Rummenigge, dai nerazzurri era soprannominato “Il Kaiser”. Il tedesco è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport:
«L’Inter meritava nettamente di passare il turno. E io ho sentito una soddisfazione particolare perché l’Inter… è l’Inter, la mia squadra come il Bayern. Ho mandato anche un messaggio al mio amico Beppe Marotta. Lui secondo me è stato un genio quest’anno, ha dovuto costruire con quattro soldi una squadra che adesso è finalista della Champions League, non è che ha speso una barca di denaro o lo ha avuto a disposizione».
Sulla superiorità de City in finale:
«Chiaro che il City, anche dopo quanto visto contro il Real Madrid, parte davanti. Ma questo, ripeto, per me è un vantaggio a favore dell’Inter. Già quando era nella fase a gironi, nessuno pensava che l’Inter si qualificasse. Io avevo detto che passava insieme al Bayern, ma lo dicevo per affetto. Tutti puntavano su Bayern e Barcellona. Ma Inzaghi è andato avanti. La squadra non è da sottovalutare, in tutti i reparti è stabile. La difesa è di cemento, a centrocampo corrono e lavorano, sono disposti tutti al sacrificio. In attacco Lautaro è un centravanti da titolo mondiale, Dzeko sempre fresco e Lukaku migliora di partita in partita. L’Inter è una squadra che può far male anche al City».
Rummenigge ha portato Guardiola al Bayern Monaco:
«Ogni venerdì guardavo dal campo l’ultima preparazione per la nostra partita di campionato del sabato. Lui è un fenomeno su tutti i dettagli, per preparare ogni tipo di partita. L’uomo è altrettanto bravo, siamo diventati amici, quando passa da Monaco usciamo a cena anche con le mogli, ma parliamo per tre ore solo di calcio, perché ama il calcio. Non è nel City perché guadagna una cifra enorme, ma proprio perché ama il calcio. Colloquiavamo solo in italiano, lui parla sempre bene dell’Italia».