Ai tifosi appassiona il futuro. Il Napoli ha da fare: diventare gotha. Avere appeal. Sapersi vendere. Aprirsi ai nuovi mercati.
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Il Napoli non ha il tempo che chiede Luciano Spalletti.
Non c’è tempo per riflettere più di tanto. Non c’è tempo per esegeti, filosofi, pedagoghi…
La società liquida scorre. Le affermazioni del recente passato sono pleistocene. Vale il presente è quello che farai dopo.
I nostri figli vanno al triplo della nostra velocità.
Il retaggio costruito negli anni dalla società, sembra avere eredi affidabili. È la peculiarità più tangibile e rassicurante. Valentina sembra avere la stessa dolce ispidità paterna. Luigi è un Richelieu dalla elvetica consapevolezza.
Edo amore, me lo racconti dopo.
I dubbi, le paure, gli affetti non hanno diritto di cittadinanza nel calcio moderno. Se sono questi i problemi di Spalletti, allora: grazie mister avrà sempre un posto speciale nel nostro cuore.
Se poi è una questione di Will Denaro, parliamone.
Luciano, dopo Ottavio ed Albertino, entra di diritto nei racconti del futuro. Con la consapevolezza di aver ricevuto da lui un regalo prezioso. Indimenticabile. Ma oggi si vive di reels…
Ci perdonerà Spalletti, prima di lei c’è il Napoli. La storia della squadra e della società ancora da scrivere viene prima di lei e dei suoi sentimenti.
È il calcio moderno, stupido.
Il Napoli vuole deflagrare. Può deflagrare. Deflagrerà. Se John Elkann, con glaciale senso degli affari, pensa di dismettere la Juve, affetto secolare di nonno Gianni e del bisnonno Edoardo, allora c’è uno spazio che si apre.
Uno spazio occupato per oltre un secolo insegna che nulla è per sempre, eccetto la squadra del cuore. Non i rapporti personali, non gli amori. Nulla dura in eterno.
De Laurentiis ha capito che c’è una faglia in un potere che sembrava non scalfibile. Gravina reazionario fino al midollo difende “l’ancien regime”, vero fino ad un certo punto che senza Juve… bla bla bla, ma somiglia ad Egon Krenz che rassicura circa la solidità della Ddr con il muro preso a martellate.
Il Napoli corre verso il futuro. Con la certezza di essere un attore protagonista dello stesso.
La narrazione del giornalismo sportivo cittadino è ferma all’inciucio, al “dicunt”, “agli spifferi, alle sensazioni. Ma è tutta aria fritta. Pensare di captare qualcosa che non sanno nemmeno i protagonisti è da improvvisati, o da saltimbanchi costretti ad inventarsi un numero tutti i giorni.
Il punto non è la permanenza di Spalletti.
Il punto è avere la consapevolezza di un Napoli sempre più solido e sempre più autorevole.
Quello è l’obiettivo.
Diventare gotha. Avere appeal. Sapersi vendere. Aprirsi ai nuovi mercati. Quelli di cui nemmeno si ha contezza.
Spalletti, Conte, Simeone, Maradona e Vecchiola passano.
I tifosi si appassionino al proprio futuro.
Il passato? Pace ai morti.